Napoli e la lotta al coronavirus. Dall'estero l'elogio del Cotugno: “Neanche un medico infetto”
“Qui incredibilmente nessuno membro dello staff medico è stato infettato”. Un orgoglio per la sanità napoletana, che già si era distinta nella lotta al coronavirus
“Mentre al nord la rapidità con cui si è diffuso il virus ha preso tutti alla sprovvista e il personale medico è stato sopraffatto, le cose in questo ospedale sono andate diversamente”. Così un inviato di Sky News Uk elogia senza mezzi termini l’ospedale di Cotugno di Napoli, in prima linea nella lotta contro il coronavirus.
In questo ospedale, infatti, finora “incredibilmente nessuno membro dello staff medico è stato infettato”. Un risultato davvero importante se pensiamo ai tanti medici e infermieri che purtroppo al nord sono stati contagiati. “Mentre al nord migliaia di medici sono stati colpiti dal virus nella lotta per combattere l’epidemia, al sud hanno avuto modo di prepararsi”, commenta l’inviato, che ha visitato di persona il reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Cotugno. “Siamo stati portati lì interamente protetti con tute e occhiali”, racconta. “Era completamente differente da qualsiasi cosa avessi mai visto. Lo staff che tratta i pazienti indossa maschere super avanzate – più simili a una maschera antigas che a quelle che solitamente vediamo indossare negli ospedali”.
Un vero e proprio elogio a questo ospedale di Napoli che rende orgoglioso il nostro Paese. Napoli nella lotta contro il virus ha già fatto parlare di sé per la task force costituita proprio dagli infettivologi e la rianimazione del Cotugno insieme ai medici del Monaldi e del Pascale. L’obiettivo? Vincere la guerra contro il coronavirus. Non da soli però: loro alleato è il Tocilizumab, un farmaco già usato per l’artrite reumatoide, e che starebbe dando ottimi frutti contro le gravi polmoniti da coronavirus.
Per capire meglio di cosa si tratta, qualche settimana fa noi di Iene.it abbiamo parlato proprio con il direttore del dipartimento di pneumologia e oncologia del Monaldi di Napoli, Vincenzo Montesarchio. “Sia ben chiaro, non è un farmaco che agisce sul virus”, ci ha spiegato. “Bensì sugli esiti fatali della polmonite, che è la più temibile complicanza del coronavirus, quella che porta alla morte. In estrema sintesi la possiamo spiegare così: la polmonite da coronavirus libera una sostanza chiamata interleuchina 6 che fa parte di tutta la cascata infiammatoria generata dal virus. Per l’organismo del paziente diventa impossibile lo scambio di ossigeno. Il farmaco blocca il rilascio di questa sostanza a livello polmonare, migliorando l’andamento della polmonite”.
E dopo questa intuizione napoletana è partita, attraverso un protocollo Aifa, una vera e propria sperimentazione del farmaco contro gli effetti del Covid-19. Con un post su Facebook del 31 marzo, si è espresso sui risultati finora raggiunti Paolo Ascierto, oncologo del Pascale di Napoli e padre del protocollo di sperimentazione: “Il Tocilizumab ha dato segnali positivi nel trattamento delle complicanze da COVID-19 ma solo la sperimentazione AIFA ci dirà con rigore scientifico se il farmaco ha una sua validità. Ci arrivano notizie da tutta Italia sui pazienti che ne hanno ricevuto benefici, noi restiamo cautamente ottimisti”.