“Noi, narcotizzate e violentate da quel massaggiatore” | VIDEO
Anna ed Elena raccontano a Roberta Rei di essere state abusate sessualmente da un uomo che, spacciandosi per massaggiatore, le aveva contattate su Internet per un video promozionale. Le avrebbe violentate dopo averle narcotizzate. Roberta Rei va a incontrarlo
Siamo a Firenze e quella che sembra essere una normalissima seduta di massaggio in una beauty farm è invece, secondo gli inquirenti, la prova di uno stupro. L’uomo che vedete inizia ad abusare di questa ragazza incosciente, penetrandola nelle parti intime con le dita.
Anna ed Elena sarebbero solo due delle possibili vittime di quest’uomo che le avrebbe adescate spacciandosi per massaggiatore. Secondo i racconti delle ragazze, prima della violenza sessuale le avrebbe narcotizzate.
“Mi ha messo un asciugamano bianco che copriva il naso e le labbra, così mi è arrivato un mal di testa immediatamente”, racconta Elena. L’uomo avrebbe ripetuto un copione già sperimentato. Per tutte, il primo contatto sarebbe avvenuto su Internet e la proposta sarebbe stata sempre la stessa: un lavoro promozionale come modella.
“Doveva fare una ripresa video mentre mi veniva fatto il massaggio per un centro estetico”, dice Anna. L’uomo si sarebbe presentato come un massaggiatore competente, sembrava tutto molto professionale.
Ma i primi dubbi arrivano nel giorno dell’appuntamento. La prima cosa che Anna sospetta è il fatto di aver trovato sul citofono il nome e il cognome del massaggiatore, come se fosse un’abitazione normale. “La situazione mi puzzava, poi ho pensato: quante persone hanno degli studi dentro le loro case…”, ricorda Anna. C’è una cosa però che, lei dice, l'avrebbe tranquillizzata: la madre dell’uomo è presente in casa.
Dentro quella stanza da incubo, apparentemente era tutto normale: “Lettino da massaggio, musica rilassante, intimo apposito, addirittura una tisana tranquillizzante”, dice Elena. Un dettaglio però le sfugge, il presunto molestatore “non copriva la parte del seno”: inizia a sentirsi a disagio.
Prima di iniziare il massaggio, l’uomo avrebbe fissato un cavalletto per fare partire il video “promozionale”. Piano piano, Elena si accorge che sta per addormentarsi, subito cerca di svegliarsi. Il massaggiatore avrebbe tentato così un altro sistema. Da quanto ci raccontano le ragazze, l’uomo avrebbe usato uno spray passato per “rilassante” e avrebbe proposto alla ragazza di inalarlo: “A me la cosa non andò per niente giù, quindi lui ha girato verso di sé lo spray e mi è sembrato che l’avesse inalato lui”.
Da quel momento però, i ricordi di Elena si fanno confusi. E mentre lei avrebbe perso il controllo, l’uomo le avrebbe messo una benda sugli occhi e un asciugamano dall’odore acre sul naso e labbra. “Mi chiedevo come facevo ad andarmene?”. Persi i sensi, sarebbe iniziato l’abuso.
Semicosciente, si lascia convincere dall’uomo stendendosi di nuovo sul letto: “Si è avvicinato e ha penetrato con le dita le parti intime, fino a quando mi ha leccato il seno”. Pochi minuti dopo, qualcosa avrebbe scombinato i piani di quell’uomo. Il telefono di Elena inizia a squillare ed è grazie a questo che la ragazza riesce ad interrompere l’incubo. Con la paura addosso, si veste ed esce.
Torna a cercare su Internet il nome di quel “massaggiatore”, scopre che l’uomo avrebbe già violentato una donna e che, proprio per questo motivo, ora si trova agli arresti domiciliari. Nonostante questo, per paura, per vergogna, Elena decide di non denunciarlo. Nascondendolo a tutti, spera così di nasconderlo a se stessa.
Anche Anna racconta purtroppo la stessa storia a Roberta Rei. “A un certo punto ho iniziato a vedere appannato”. Fortunatamente capisce di essere in pericolo e scappa in tempo, ma vorrebbe solo dimenticare quel terribile momento. Trova coraggio e racconta tutto a sua madre. Con la sua denuncia, interrompe la catena di violenze: nel pc dell’uomo vengono trovati numerosi video. Il soggetto è sempre lo stesso: lui che massaggia ragazze semicoscienti. Da quei video, i carabinieri sono riusciti a rintracciare Elena.
“Non mi piace ripensarci e rivivere quei momenti”, dice tra le lacrime Anna. Sono passati 8 anni: giudicato colpevole di violenza sessuale, condannato in Appello a 5 anni e sei mesi e in attesa della condanna definitiva, quell’uomo è ancora libero.
“Se l’ha fatto quando era ai domiciliari, adesso che è libero, sicuramente lo rifarà”, dice Anna. E la cosa più grave ancora è che ora l’uomo avrebbe aperto vari profili nuovi fingendosi fotografo di nudi.
Roberta Rei è andata a parlare con quell’uomo che attacca e nega tutto subito: “E allora, qual è il problema?”. Ribadisce il fatto di fare “tutto cosciente” e di non avere problemi psichiatrici. Speriamo però che venga fatta giustizia soprattutto per quelle ragazze che hanno vissuto quel incubo e che hanno il diritto di sentirsi al sicuro. Protette.