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Nuova Iside: ecco la prima foto del relitto | FOTO

Marina Militare e Guardia Costiera hanno individuato a 1.400 metri di profondità il relitto del peschereccio scomparso, di cui vi abbiamo raccontato nel servizio di Giulio Golia e Francesca De Stefano. Pubblichiamo ora la prima foto del relitto del peschereccio, realizzata dal robot della Marina che cerca anche il corpo di Vito Lo Iacono, l’ultimo dei tre pescatori siciliani che manca al triste appello

Qualche giorno fa vi abbiamo raccontato del ritrovamento del relitto del peschereccio di Terrasini “Nuova Iside”, di cui vi abbiamo mostrato la drammatica scomparsa nel servizio di Giulio Golia e Francesca De Stefano che potete rivedere cliccando qui.

Il peschereccio, scomparso il 13 maggio scorso in una zona di mare tra Terrasini e Ustica, è stato poi localizzato a trenta miglia a nord di Palermo e a 1.400 metri di profondità. Ora vi mostriamo una delle primissime foto del relitto scattate dalla nave  cacciamine Numana, in cui si vede chiaramente sulla fiancata il nome “Nuova Iside”.

Marina Militare e Guardia Costiera si erano messe subito al lavoro, anche dopo che vi abbiamo raccontato dell’ipotesi che la Nuova Iside si fosse scontrata in quel tratto di mare con la petroliera Vulcanello. Un’ipotesi che come vi abbiamo detto poi qui ha portato all’apertura di un’indagine per omicidio colposo e omissione di soccorso. L’indagine, al momento come atto dovuto, riguarda il comandante della petroliera, l’armatore della società Augusta due del gruppo Mednav e due ufficiali di plancia in servizio sull’imbarcazione la sera della scomparsa la Nuova Iside.

Fonti di stampa raccontano al momento dell’ipotesi che la petroliera Vulcanello non si sia scontrata direttamente con la Nuova Iside ma che quest'ultima al suo passaggio possa aver generato un’onda talmente improvvisa e grande in grado di capovolgere il peschereccio siciliano, immediatamente affondato.

Qualche giorno fa vi abbiamo raccontato anche che la procura di Palermo si era messa in contatto con quella calabrese dopo il ritrovamento di un corpo nelle acque del porto di Gioia Tauro. Sembrava si potesse trattare del terzo marinaio del peschereccio Nuova Iside, l’unico ancora non ritrovato, il 27enne Vito Lo Iacono ma questa ipotesi è stata di fatto poi esclusa.

Del caso della Nuova Iside noi de Le Iene ci siamo occupati con Giulio Golia e Francesca Di Stefano. Vi abbiamo raccontato dell'indagine svolta da due giornalisti di Repubblica, che analizzando il sito Marine traffic che consente di seguire le rotte delle imbarcazioni di tutto il mondo, hanno trovato traccia di una petroliera lunga 116 metri che proprio in quella notte tragica fra il 12 e il 13 maggio scorso passava dove si sarebbe trovata la Nuova Iside.

Quella notte la petroliera era in navigazione nelle acque tra San Vito lo Capo e Ustica in quel tratto che il mancato segnale del blue box della Nuova Iside indica come l'ultima traccia certa del peschereccio. Proprio nei giorni scorsi la petroliera è stata sequestrata dalla Procura di Palermo e due ufficiali, un cittadino italiano e uno straniero, sono stati iscritti nel registro degli indagati, come riportato da Repubblica, con le ipotesi di reato di omicidio colposo, sommersione di nave e omesso soccorso.

Il sequestro da parte della procura punta a far effettuare un accertamento tecnico irripetibile sull'imbarcazione che al momento si trova nel porto siciliano di Augusta. Il sospetto avanzato da amici e familiari dei pescatori Vito, Giuseppe e Matteo Lo Iacono è che ci sia stata una collisione tra la petroliera Vulcanello e la Nuova Iside che avrebbe fatto affondare il peschereccio. 

L’avvocato della famiglia racconta che inizialmente non è stata effettuata l’autopsia sul corpo di Matteo e che l’hanno espressamente richiesta “perché sulla sua nuca è possibile individuare un trauma cranico, un colpo perfettamente compatibile con un colpo che l’imbarcazione avrebbe ricevuto e che avrebbe portato Matteo a cadere all’indietro”. 

A far venire più di un dubbio c’è anche il fatto che al momento del ritrovamento in mare uno dei tre indossasse la felpa e questo lascia pensare che l’incidente sia avvenuto di notte. Un’ipotesi questa che sarebbe sostenuta anche dall’orario dei messaggi telefonici non letti e dal fatto che il segnale del blue box, che ogni due ore esatte manda il segnale della posizione della barca alla Capitaneria di porto, alle 23.45 non è stato mandato. 

Abbiamo contattato la società armatrice di quella petroliera, che, in merito alla richiesta di un’intervista, ha risposto al nostro Giulio Golia con una lettera. “In seguito alla sua richiesta di intervista con un responsabile della compagnia Augusta Due in merito alla nave Vulcanello M, ci dispiace molto informarla che non è possibile organizzare l’intervista in questa fase, in quanto è già in corso un’indagine della magistratura che riguarda la nave. La società ha anche avviato una indagine interna. Al termine delle indagini la compagnia sarà lieta di incontrarla”.

 

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