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Obama nel 2014: “Investire per affrontare prossime epidemie”. E Trump chiude l'Ufficio per la pandemia | VIDEO

Nel 2014, di fronte all’epidemia di Ebola che era scoppiata, Obama aveva parlato della necessità di far fronte a una possibile futura epidemia "tra cinque o dieci anni". Oggi la risposta di Trump alla pandemia da coronavirus non convince gli americani

“Potrebbe accadere che a un certo punto arriverà una malattia che si trasmette attraverso l’aria e che è mortale. E per essere in grado di affrontarla dobbiamo creare un’infrastruttura, non solo nel nostro paese ma in tutto il mondo, che ci permetta di riconoscerla velocemente, isolarla velocemente e rispondere velocemente”. Era il 2 dicembre 2014 quando l’allora presidente della Casa Bianca, Barack Obama, di fronte all’epidemia di Ebola scoppiata in Africa occidentale nel dicembre 2013, avvertiva la nazione della necessità di un piano per far fronte a un’eventuale futura pandemia. Il video, che in questi giorni sta circolando sui social, riprende il discorso di Obama di sei anni fa, che se messe a confronto con alcune dichiarazioni dell’attuale presidente degli Stati Uniti Donald Trump fanno emergere in maniera lampante la differenza di approccio fra i due presidenti.

“Se avremo fatto questo investimento, tra cinque o dieci anni, quando e se arriverà una qualche forma di influenza, come la spagnola”, continua Obama nel suo discorso del 2014, “più avanti saremo pronti a fronteggiarla. È un investimento intelligente da fare. Non è solo una garanzia. È avere la consapevolezza che continueremo ad avere problemi del genere, specialmente in un mondo globalizzato”. 

“Un investimento intelligente da fare”, aveva detto Obama. Una linea diversa da quella che, allo scoppiare del coronavirus, è stata fatta notare a Trump da alcuni giornalisti, come si vede nel video qui sopra. “Ha detto che lei non si prende la responsabilità”, dice a Trump la giornalista Yamiche Alcindor, corrispondente dalla Casa Bianca per Pbs Newshour. “Ma è lei che ha sciolto l’Ufficio per la Pandemia della Casa Bianca. E i funzionari che lavoravano in quell’Ufficio hanno lasciato l’amministrazione improvvisamente. E hanno detto che la Casa Bianca ha perso del tempo prezioso proprio perché quel dipartimento è stato sciolto”. “Abbiamo salvato milioni di vite grazie al rapido lockdown”, risponde Trump. Aggiungendo: "E quando dice 'me', io non l'ho fatto, ho un gruppo di persone, forse la mia amministrazione, potrei chiedere. Io non ne so niente". In un’altra conferenza del 26 febbraio 2020, un giornalista aveva chiesto a Trump: “I vostri budget hanno richiesto enormi tagli al Centers for Disease Control and Prevention, al National Institutes of Health e all’Organizzazione mondiale della Sanità. Questa esperienza la fa in qualche modo riflettere su quei tagli consistenti?”. E Trump aveva risposto: “Alcune delle persone che abbiamo tagliato non erano state utili per molti e molti anni. E piuttosto che spendere soldi, io sono un uomo d’affari, non mi piace che ci siano migliaia di persone attorno quando non ne hai bisogno”. 

L’atteggiamento di Trump in questi mesi è stato quello di sminuire la portata dell’epidemia e dichiarare ripetutamente, anche dopo i primi casi negli Usa, che la situazione era sotto controllo. Solo a metà marzo il presidente ha dichiarato l’emergenza nazionale, ma già a fine mese Trump ha detto che avrebbe voluto la riapertura del Paese per Pasqua, il 10 aprile quindi. “Non possiamo permettere che la cura sia peggiore del problema”, aveva detto. “Al termine di 15 giorni prenderemo una decisione”. Ovviamente, di riapertura per Pasqua non se ne parla, dal momento che l’America è attualmente il paese con più casi di coronavirus al mondo: più di 430 mila, e oltre 14mila le vittime totali. Pochi giorni fa il sito Axios ha rivelato che già alla fine di gennaio il consigliere economico di Donald Trump aveva fatto circolare alla Casa Bianca un memo in cui avvisava del rischio per gli Stati Uniti se l’epidemia avesse raggiunto il Paese: avrebbe potuto provocare mezzo milione di vittime e perdite per 6mila miliardi di dollari. E nelle ultime ore Trump ha minacciato di tagliare i fondi Usa diretti all’Organizzazione mondiale della sanità, che ha duramente criticato definendola troppo filocinese.

L’atteggiamento di Trump nel rispondere all’emergenza non sembra essere stato accolto con favore dagli americani. È quanto emerge dall’ultimo sondaggio della Cnn: per il 55% degli americani Trump ha fatto un "pessimo lavoro". Mentre 41% pensa che la risposta della Casa BIanca alla pandemia sia stata adeguata. Il sondaggio mostra un’inversione di tendenza rispetto a quello del mese scorso, in cui i sostenitori delle misure prese erano il 48%, con il 47% dei contrari. 

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