Omicidio Mollicone, cosa hanno fatto i carabinieri il giorno della sua scomparsa? | VIDEO
Veronica Ruggeri ricostruisce le ore di servizio dei carabinieri rinviati a giudizio per la morte di Serena Mollicone, uccisa a 18 anni ad Arce vent’anni fa. E incontra anche un loro ex collega che parla di una strana “guerra”
“Non è che ho difficoltà a parlarne, però ci sono tante cose strane”. Veronica Ruggeri si mette sulle tracce di un carabiniere, oggi in pensione, che lavorava come appuntato nella caserma di Arce (Frosinone). Tre suoi ex colleghi sono stati rinviati a giudizio per la morte di Serena Mollicone avvenuta 20 anni fa. Per Guglielmo, il papà della ragazza morto cinque mesi fa, molte risposte si potrebbero trovare all’interno della caserma del paese dove per lui sarebbe avvenuto l’omicidio.
“Io mi sono dimenticato tutto, ci sono volte che noi perdiamo la memoria”, ci dice l’ex appuntato. “Mi spiace perché proprio non c’ero… Perché se c’ero questa storia sarebbe finita già da tanto”. Una frase molto forte detta da un carabiniere: che cosa avrebbe potuto fare dopo la morte di Serena? “Ho dato vari spunti a livello investigativo. Poi è successa una guerra fra noi”. Questi spunti avrebbero creato tensioni tra i colleghi? Che cos’è successo a quei carabinieri dopo l’omicidio? Possibile che il brigadiere Tuzi sia una vittima di quella guerra?
Resta infatti un mistero anche la morte nel 2008 di Santino Tuzi, il carabiniere trovato senza vita poco dopo aver testimoniato di aver visto Serena entrare in caserma il giorno della sua scomparsa. La morte di Santino è stata considerata un suicidio ma per molti potrebbe trattarsi di altro. Per il delitto di Arce sono stati rinviati a giudizio Franco Mottola, ai tempi comandante della stazione dei carabinieri del paese, suo figlio Marco e due carabinieri in servizio nel 2001. Con loro è accusato di concorso in omicidio anche il maresciallo Vincenzo Quatrale, che deve rispondere anche di istigazione al suicidio proprio del collega Tuzi, e l’appuntato Francesco Suprano indagato per favoreggiamento.
Ma dove erano i carabinieri di Arce la mattina della scomparsa di Serena Mollicone? Nell’ordine di servizio emergerebbe che Quatrale avrebbe scritto che lui e Tuzi stavano fermando tre auto per alcuni controlli. Sono le 12.20 del 1° giugno 2001, dopo soli 15 minuti sarebbero intervenuti in una banca e in una fabbrica a 8 chilometri di distanza. “Ma nessuno ricorda la pattuglia ferma per il posto di blocco”, sostiene la figlia di Tuzi. Com’è possibile fare tre controlli differenti in contemporanea? Per gli inquirenti quei registri sarebbero stati falsificati per rendere inattendibile la testimonianza di Tuzi.
Non solo, dalle carte emergerebbe che quella mattina i carabinieri sarebbero intervenuti per il danneggiamento di un’auto. Abbiamo incontrato il proprietario che si ricorda di quel giorno: “Loro non sono venuti al cimitero a vedere i danni ma io mi sono presentato in caserma”. Non ricorda con precisione i volti dei carabinieri incontrati. Anche il direttore dei lavori di quel cantiere ricorda però questo particolare: “Gli operai non mi hanno detto che sono passati i carabinieri…”. Nuove testimonianze che rendono ancora più fitto il mistero di Arce.