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Dà casa gratis a operatori sanitari contro il coronavirus. I condomini si ribellano: “Mandateli via” | VIDEO

A Milano un imprenditore dà gratuitamente i propri appartamenti agli operatori sanitari che ne hanno bisogno e che ogni giorno combattono in prima linea contro il coronavirus. I condomini si ribellano, tra chi ha paura per i familiari, chi dice di mandarli via e chi vieta loro di usare l’ascensore

“Quando ho pubblicato l’annuncio su Instagram ci sono arrivate decine di richieste da parte di operatori sanitari fuori sede”. A parlare è un imprenditore che ci dice che per lavoro affitta a breve termine appartamenti in varie località d’Italia e non solo. Come potete vedere nel video qui sopra, in cui ci racconta la vicenda, Alberto (nome di fantasia) ha deciso di non apparire: “Non voglio che si pensi che cerco visibilità per il mio business, voglio solo denunciare la situazione in cui mi sono trovato mentre cercavo di dare una mano”.

Già perché Albero, di fronte all'emergenza di coronavirus, nella prima metà di marzo decide di aiutare come può tutti quei medici, infermieri e operatori sanitari che in questo momento stanno combattendo in prima linea: “Ho deciso di dare in maniera del tutto gratuita alcuni appartamenti che ho a Milano e che di solito affitto per pochi giorni ai turisti”. In pratica ospita operatori sanitari che ne hanno bisogno.

E al suo annuncio rispondono in tanti: “La maggior parte erano pendolari, poi c’era anche una ragazza assunta in un ospedale a Milano dopo la chiamata del governo ad assumere personale sanitario per far fronte all’emergenza”. Così Alberto riempie subito le sue case e, mentre in uno dei palazzi tutto fila liscio, dal condominio di un altro appartamento che possiede a Milano sarebbe arrivata una brutta sorpresa: “Ho mandato per cortesia un’email a tutti i condomini informandoli che nell’appartamento di mia proprietà erano andate a stare per questo periodo due ostetriche, che avevo regolarmente registrato in questura”. Apriti cielo! In condominio si solleva un polverone: c’è chi ha paura, chi la trova un’idea “scriteriata”, chi gli suggerisce di mandare altrove le due operatrici, chi vieta loro di usare l’ascensore. 

“Ci sono rimasto malissimo”, ci dice Alberto. “Le email e le telefonate che ho ricevuto mi hanno lasciato senza parole”. Nello scambio di messaggi che sarebbe avvenuto tra Alberto, i condomini e l’amministratore del palazzo, a un certo punto quest’ultimo avrebbe scritto a proposito della decisione di Alberto: “Non mi addentro nel commentare la tristezza di tale scelta [...]. Chiedo al signor Alberto di fornire le generalità delle affittuarie”. E oltre a nome e cognome delle infermiere in questione, l’amministratore chiede il nome della struttura per cui lavorano e se sono risultate positive o meno a un eventuale tampone. E alla fine aggiunge: “Sottolineo: obbligo di utilizzare mascherina e guanti monouso per entrare in condominio, non utilizzare l’ascensore per nessun motivo”. 

L’amministratore scrive, riferendosi ai due ospiti nell’appartamento di Alberto: “Prego il Sig. Alberto di affittare un altro appartamento in altro stabile”. Questa email arriva dopo quella di un altro condomino: “Per info vi dico che assisto mio fratello tutti i giorni, che è un disabile grave con ovviamente difese immunitarie bassissime. Specifico che al momento tutta la mia famiglia è negativa al tampone”. E rivolgendosi ad Alberto e all’amministratore aggiunge: “Mi aspetto una comunicazione ufficiale entro un’ora per denunciarvi nel caso succedesse qualcosa a causa di questa vostra scriteriata scelta”. 

“Com’è finita la questione?”, avrebbe scritto dopo un po’ un altro condomino. “Mi pare che l’appartamento sia occupato. Attendo vostre entro mezz’ora, diversamente chiamerò forze dell’ordine come promesso per verificare”. 

“Io capisco la paura delle persone in questo periodo”, ci dice Alberto al telefono. “Però queste reazioni proprio non me le aspettavo. Medici e infermieri dovrebbero essere cacciati dai condomini? Nel mio palazzo sono stati trattati come degli untori, mentre conoscono meglio di noi le accortezze da seguire per evitare il contagio! E comunque non sto facendo niente che non si possa fare. Non ho nemmeno voglia di perdere tempo a spiegare a queste persone che è un gesto positivo di aiuto e solidarietà. Le ostetriche, saputo il casino che era scoppiato, mi hanno pure detto che avrebbero cercato altro, ma non se ne parla! Tutti possiamo fare la nostra parte e io ho voluto fare la mia e non cambio idea”. Purtroppo, ci racconta Alberto, sembra che nemmeno i condomini abbiano cambiato idea. Chiaramente qualora l’amministratore del condominio o i condomini scontenti decidessero di darci la loro versione dei fatti, siamo a disposizione.

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