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Plasma iperimmune, noi accusati di distruggere il metodo scientifico? Pensino a fare le banche di raccolta

L'immunologa Antonella Viola attacca il nostro lavoro sul plasma iperimmune definendolo un "servizio pseudo-giornalistico". Avremmo “distrutto il metodo scientifico” perché abbiamo fatto il nostro lavoro mostrando quello che succede in ospedale e dando voce ai medici? Nella puntata di giovedì 19 novembre nuovi approfondimenti di Alessandro Politi

Avremmo distrutto il metodo scientifico perché abbiamo fatto il nostro lavoro mostrando quello che succede in ospedale e dando voce ai medici? È molto singolare l'attacco che ci riserva l'immunologa Antonella Viola, che su Facebook dedica un lungo post contro il nostro servizio sul plasma iperimmune, di cui nella puntata di giovedì 19 novembre vanno in onda i nuovi approfondimenti di Alessandro Politi

Il post della professoressa Viola parte definendo il nostro lavoro un "servizio pseudo-giornalistico" che "mostra ospedali che stanno usando [il plasma iperimmune] e chiede ai medici se tra i pazienti che l’hanno ricevuta ci sono stati morti". Vero: Alessandro Politi nel suo ultimo servizio ha dato voce ai medici che usano il plasma iperimmune, chiedendo i risultati sui pazienti in cura. Questo sarebbe "pseudo-giornalismo"? Raccontare fatti e dati? Secondo la Viola, così facendo saremmo stati in grado di "distruggere il metodo scientifico in una manciata di minuti". Addirittura! Mostrare quello che succede all'ospedale di Padova, in prima linea nella lotta contro il coronavirus, significa "distruggere il metodo scientifico"! Interpretazione bizzarra, non c'è che dire.

La professoressa Viola, inoltre, chiede: "cosa sappiamo sulla base degli studi esistenti? Che non c’è evidenza scientifica che il plasma iperimmune sia di beneficio per i pazienti". L'immunologa certamente saprà che attualmente non esiste una cura certificata e standardizzata per il Covid. E saprà anche che è uscito uno studio lanciato dall’OMS su 12000 pazienti in 500 ospedali di 30 nazioni che dimostra che tutti gli antivirali che abbiamo usato in grande quantità negli ospedali da inizio pandemia, hanno effetto scarso o nullo sul Covid. Come di sicuro saprà anche che la cura al plasma è stata autorizzata dalla Food and Drug administration, l'ente governativo statunitense, il 24 agosto, dopo due studi: oggi sono arrivati a infondere quasi 90mila pazienti in più di 2700 ospedali. E i direttori sanitari degli ospedali di Mantova e Padova hanno spiegato a Alessandro Politi che non c'è stato neppure un morto fra i pazienti curati col plasma iperimmune.

Ma l'immunologa va avanti con le accuse: ritiene infatti il nostro servizio "molto pericoloso" perché "genera aspettative e dubbi nella popolazione" che "vuole essere curata col plasma iperimmune e non capisce quindi perché molti ospedali non lo utilizzino. E da qui rabbia o panico". Semmai è esattamente il contrario: Alessandro Politi ha dato voce ai medici che stanno lanciando l'allarme sull'esaurimento delle sacche di plasma iperimmune, e quindi hanno rivolto l'appello ai cittadini di donare e alle istituzioni di raccoglierlo. Forse la professoressa Viola non sa che sono tantissimi gli ex malati Covid che stanno provando a donare ma senza successo, e che si stanno rivolgendo a noi per chiedere come fare. Come ribadiremo anche domani nel nostro nuovo servizio, a noi non resta che rivolgerci alle istituzioni per mettere in piedi quelle banche del plasma che erano state annunciate ma che in diversi casi non sono state realizzate.

La bordata finale, quindi, la riteniamo offensiva nei confronti dei tanti medici a cui abbiamo dato voce e che semplicemente si sono limitati a dare i numeri sotto i loro occhi della cura del plasma iperimmune e a chiedere ai cittadini di andare a donare. Secondo la Viola, infatti, "Chi cerca scorciatoie, chi non rispetta i tempi e i metodi della ricerca scientifica, danneggia la salute pubblica, ci mette tutti in pericolo". Qui ci chiediamo, visto che non esiste una cura standardizzata e certificata, la cosa migliore sarebbe quindi aspettare il risultato degli studi aspettando che le persone muoiano o come si è fatto dall’inizio pandemia provare con tutto quello che sembra funzioni? E poi chi danneggia la salute pubblica, cara professoressa? Noi che diamo voce ai medici in prima linea, oppure chi non ha fatto il suo dovere rendendo possibile la donazione e la raccolta del plasma iperimmune?

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