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Psicoterapeuta indagato per molestie, ma Abdulstar è irreperibile | VIDEO

Nina Palmieri ci ha mostrato i video delle presunte violenze avvenute nello studio veneto dello psicoterapeuta iracheno Muhammad Abdulstar, che avrebbe abusato anche di una paziente minorenne. Il 21 ottobre prossimo è prevista l’udienza preliminare dal Gup ma l’uomo adesso risulta irreperibile

Muhammad Abdulstar, lo psicoterapeuta di cui ci aveva raccontato Nina Palmieri nel servizio che potete rivedere qui sopra, è irreperibile. Lo scrive il Gup del Tribunale di Venezia nel fissare l’udienza preliminare contro l’uomo accusato di violenza sessuale ai danni di due sue pazienti. La data prevista era quella del 3 giugno scorso, udienza poi rinviata causa Covid al prossimo 21 ottobre. E come allora anche oggi Abdulstar, di origini irachene, risulta irreperibile.

Le violenze per le quali andrà a giudizio sarebbero state consumate nel 2014 ai danni di una minorenne e nel 2018 durante sedute di psicoterapia.

Una delle presunte vittime dello psicoterapeuta ci aveva raccontato gli approcci sessuali: “Mi ha detto ‘devi succhiarmi il pollice secondo il ricordo che hai della suzione di tuo figlio, quando l’hai attaccato al seno. Tutto è diventata una specie di cantilena… mi trovavo nella tranquillità più assoluta. Da quel momento mi sposta a pancia in giù. Mi sono ritrovata nuda. Completamente spogliata. E non avevo più sensibilità dal bacino in giù… E in quel momento ha abusato di me...”.

Un’altra delle presunte vittime di Abdulstar si era lamentata con la nostra Nina Palmieri dei tempi troppo brevi previsti dalla legge italiana per la denuncia: “Sei mesi sono troppo pochi per denunciare: dopo le violenze rimaniamo da sole. Mi auguro solamente che, conoscendo la giustizia italiana, si tenga in considerazione il fatto che quell’uomo ha già avuto altri due processi per lo stesso reato. Sono in contatto con le altre vittime: mi dispiace che non lo abbiamo potuto denunciare, per via della legge italiana che prevede un tempo massimo di sei mesi dai fatti. Parliamo di un disagio enorme, che abbiamo bisogno di elaborare e spesso non bastano certo sei mesi. Io sono stata fortunata, ma a guidarmi non è stato il coraggio bensì la disperazione…”.

Dopo la notizia del rinvio a giudizio, e la revoca della convenzione al suo studio da parte dell’Asl di Mestre, la donna si era sfogata con Iene.it: “Io ero qui da sola, per me denunciare è stata una sorta di liberazione, un’ancora di salvezza. Il fatto che sia stato radiato dall’Ordine è una grande conquista per me, per lo meno non potrà farlo ad altre, se non con altri mezzi, perché lui è molto abile… La cosa brutta è che dopo questi fatti si rimane sole. Io mi sono rivolta al Centro Anti Violenza, per dieci incontri, ma non sono niente: dopo ci si ritrova in balìa del vuoto più totale…”.

L’uomo negli anni avrebbe raccolto almeno altre 4 denunce analoghe e una condanna, nel 1998, da parte del Tribunale di Belluno.

 

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