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Riapertura delle scuole: “Banchi monoposto e mascherine? Il problema è il ricambio d'aria”

A tre settimane dal primo giorno di scuola sono ancora molti i nodi da sciogliere sul ritorno in classe degli studenti italiani. Se da una parte si parla di banchi monoposto e mascherine obbligatorie, dall’altra c’è anche la questione del ricambio d’aria nelle aule. Ne parliamo con Alessandro Miani, presidente della Sima 

“Ci parlano di mascherine obbligatorie e banchi monoposto, ma il vero problema del ritorno a scuola è il ricambio d’aria”. A dirlo a Iene.it è il professor Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale. Al suono della prima campanella del nuovo anno scolastico mancano meno di tre settimane, ed entro il 14 settembre dovranno essere sciolti ancora diversi nodi sul ritorno in classe e non solo per la responsabilità giuridica dei presidi in caso di contagi da coronavirus. 

Ci dicono che le mascherine saranno obbligatorie. Ma nessun bambino o ragazzo riesce a tenerle dalle 6 alle 8 ore al giorno. Per prevenire i contagi da coronavirus è importante il ricambio d’aria”, spiega Miani. Sappiamo bene che soprattutto in vista dell’inverno questo è possibile solo spostando gli studenti in altre parti dell’istituto. Spesso nei corridoi durante le pause tra una lezione e l’altra, ma questo rischierebbe di creare assembramenti. “È importante investire in tecnologie per la ventilazione meccanica controllata con filtrazione dell’aria in entrata e con la purificazione dell'aria indoor, grazie a dispositivi in grado di eliminare virus e particelle”, dice Miani. 

Anche in uno studio di Sima si dimostra come un’aula scolastica sia iper-satura in meno di un’ora. La normativa internazionale prevede per l’anidride carbonica in aula un limite di 1.5 litri a metro cubo: se in un'aula di 90 metri cubi ci sono 16 bambini che producono 14 litri di anidride carbonica l'ora avremo 224 litri in 60 minuti e cioè 2.48 litri per metro cubo (ma spesso nelle aule ci sono anche 25/30 bambini). Così verrebbe superato il limite massimo di anidride carbonica consentito in aula. I numeri aumentano nelle classi di medie e istituti superiori: i teenager producono 27 litri di anidride carbonica all'ora pari a 432 litri per ora e quindi 4.8 litri per metro cubo. Cioè il triplo della soglia consentita. Oltre all’anidride carbonica, il rischio è che nell’aria ci sia anche il coronavirus.

“È sbagliato, investire le limitate risorse disponibili solo per l’acquisto di banchi monoposto al fine garantire una distanza di un metro, che è comunque molto inferiore ai due metri raccomandati dall’Oms o ai 4 metri indicati come plausibili in studi pubblicati da Sima”, conclude Miani. “La ventilazione meccanica è utile anche in altri ambienti chiusi ad alta frequentazione come le fiere, le sale convention e le università”. 

Il ritorno in aula riguarda anche un milione e mezzo di universitari italiani. Nelle università torneranno fisicamente solo la metà degli iscritti, i rimanenti seguiranno le lezioni a distanza almeno fino a dicembre. In ogni aula si dovrà mantenere la distanza di almeno un metro durante le lezioni e utilizzare la mascherina per tutta la permanenza in ateneo, sia in classe che negli spazi comuni.  

 

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