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L'avventuroso rientro di Giorgia: 1300 km fra bus, treni e nuovi amici | VIDEO

Avevamo conosciuto la 21enne bellunese qualche giorno fa, quando ci aveva raccontato di essere rimasta bloccata a Barcellona, mentre guardava gli altri italiani partire. ”Ho un'asma grave, non posso prendere l’ultimo traghetto”. Ecco il video racconto del suo ritorno a Belluno, 1300 chilometri in treno, bus e auto

“Ciao amore!” “Ciao mamma!” “Ci possiamo abbracciare?”. È commovente l’incontro tra Giorgia, la 21enne bellunese che vi avevamo fatto conoscere qualche giorno fa, e sua madre. La ragazza è finalmente ritornata a casa dalla sua famiglia, dopo un viaggio avventuroso di oltre 1300 chilometri, due giorni ricchi di avventura tra bus, treni e auto. Un viaggio emozionante che lei stessa ha documentato per Iene.it e che vi mostriamo nel video-reportage qui sopra.

Vi abbiamo fatto conoscere la giovane bellunese pochi giorni fa, quando ci aveva raccontato di essere rimasta intrappolata a Barcellona dal precipitare dell’emergenza coronavirus in Spagna. Quando il Paese ha chiuso i confini e i voli sono stati cancellati, Giorgia ha provato in tutti i modi a ritornare a casa, con una preoccupazione in più sulle spalle: ”Ho un problema ai polmoni, un’asma molto forte, che mi fa finire in ospedale, praticamente in fin di vita, almeno 4 o 5 volte l’anno”.

Per questo l'ultimo traghetto in partenza da Barcellona, per lei, è una soluzione troppo rischiosa: ”Ho sentito il mio pneumologo in Italia: non posso stare lunghe ore in una barca a contatto con tantissime altre persone. Ora mi sto facendo fare una carta dal medico per riuscire in qualche modo a varcare le frontiere e tornare dalla mia famiglia”.

Giorgia non si dà per vinta ed elabora un piano: lasciare la Spagna in treno e da lì proseguire attraverso la Francia, per poi giungere in qualche modo alla frontiera italiana e da lì a casa, a Belluno.

E Giorgia decide di documentare questa avventura, come potete vedere nel suo reportage, che pubblichiamo in alto.

Il primo appuntamento è con il treno delle 10:50 per Cerbère, primo paese francese dopo il confine spagnolo. L’atmosfera è surreale: "È davvero impressionante essere in un treno soli da due ore. Questa è la stazione dove sono arrivata, per fortuna ho conosciuto un altro italiano”, racconta Giorgia.

Da lì la ragazza sale a bordo di un altro treno, con il suo nuovo compagno di viaggio, verso Avignone, dove la attende un passaggio in auto con “bla bla car”, destinazione Nizza. Una scelta obbligata la sua, anche se non proprio sicurissima per il rischio di contatti ravvicinati con gli altri passeggeri e quindi di contagio.

Il tempo di caricare i bagagli sull’auto e si riparte, verso Nizza: Giorgia è stanca del viaggio, ma non rinuncia mai al suo sorriso. 600 chilometri di strada dopo essere fuggita da Barcellona, alla stazione di Nizza, un piccolo inconveniente rischia di fare saltare tutti i suoi piani. “Eravamo quasi sul punto di prendere il treno, ma l’hanno cancellato. Adesso cerchiamo di prendere un taxi che ci porti fino al confine”.

Un confine che, una volta raggiunto dopo due giorni ininterrotti di viaggio, non può che emozionare il gruppo. ”Finalmente un cartello con la scritta “Italia. Da adesso in poi a piedi raga…”. La frontiera è superata e Giorgia sale su un autobus per Sanremo, dove fa anche amicizia con un altro gruppo di ragazzi: “Poi da lì capiremo che fare”. I 4 amici riescono a noleggiare un’auto che li porterà a Bologna. “Adesso speriamo di arrivare a casa il prima possibile. Speriamo che finisca tutto, abbiamo un'autostrada davanti…”.  

A Bologna è il momento di lasciare i nuovi amici alla loro strada e di ritornare a casa. Il primo familiare che può finalmente rivedere, che la attende in un autogrill lungo l’autostrada, è il fratello. Altre due ore di viaggio e dopo 1300 chilometri di strada macinata nella paura del contagio, Giorgia può rivedere la madre.

A distanza però, senza potersi concedere un abbraccio in cui sciogliere la tensione di questi giorni, per evitare ogni possibile rischio per la salute.

Ma Giorgia è comunque tra le pareti di casa sua, una casa che la attende per una lunga e doverosa quarantena.

In bocca al lupo Giorgia!

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