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News | di Simone Carcano |

“Io, ristoratore fermo: preparo gratis i pasti per i medici di Milano” | VIDEO

Salvatore Francavilla è uno dei tanti ristoratori della Lombardia costretti a chiudere il suo locale per contenere i contagi da coronavirus. Assieme ai figli continua a cucinare anche in queste settimane per consegnarli gratuitamente a medici e infermieri degli ospedali di Milano

“Per noi rimanere chiusi è un danno, ma anziché stare a casa a piangerci addosso vogliamo dare la nostra mano a chi ci aiuta”. Sono le parole di Salvatore Francavilla, per tutti Rino. Lui è uno dei ristoratori della Lombardia, una delle prime categorie obbligate a incrociare le braccia e ad abbassare la serranda per tentare di fermare i contagi del coronavirus. Anche lui ha dovuto rispettare dapprima il coprifuoco delle 18 e poi la chiusura totale. Ben consapevole che la sua attività sarà una delle ultime che potrà riaprire nella “fase 2” dell’emergenza.

Rino assieme ai suoi due figli Manuel e Christian non si è perso d’animo, nonostante avesse avviato la nuova attività solo da settembre. “È giusto e doveroso dare tutti una mano a chi ci aiuta e combatte in prima linea questo virus”, dice il ristoratore della provincia di Milano, con 45 anni di esperienza alle spalle. E allora l’unica cosa che può fare in queste settimane di isolamento è mettersi ai fornelli. Da qui la voglia di rendersi utile per chi è in corsia e combatte giorno e notte il coronavirus cercando di salvare quante più vite possibili.

Ho iniziato a preparare i pasti per i medici degli ospedali di Milano. Faccio pizze, focacce che si possono riscaldare e mangiare durante la giornata. Senza dimenticarmi di qualche dolce, come le zeppole. E ogni giorno li consegno personalmente”, racconta Rino nel video che potete vedere qui sopra.

E ci mostra il gran da fare della sua giornata. Inizia presto con i primi impasti e le lievitazioni. Poi passa ai fornelli. “Da sempre mi sono dedicato al volontariato. Ho collaborato anche con il carcere di Bollate per il reinserimento di ex detenuti. Non sempre è facile prenderli, ma solitamente a un sorriso si risponde con un sorriso”, racconta tra un impasto e l’altro lui che è maestro pizzaiolo da una vita. Ed è proprio il momento di sfornare una delle sue tante pizze. La prima infornata è pronta. Ora si carica tutto in auto per iniziare la distribuzione negli ospedali di Milano.

Ogni giorno l’itinerario è lo stesso: lui parte dal suo ristorante per raggiungere il Sacco, il Niguarda e il Bassini. Al suo fianco si alternano i due figli che anche loro lavorano nel ristorante di famiglia. Ogni volta l’emozione è tanta quando consegna i suoi pasti a medici e infermieri che lo ringraziano con un applauso. “Non mi perdo d’animo anche se il pozzo si sta svuotando, continuiamo con questo sacrificio di tenere chiuso. Se ci sarà da tagliare lo farò, ma non per il volontariato”.

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