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Senegalese aggredito a Palermo: “Li perdonerei” | VIDEO

Boubacar Kande è il ragazzo senegalese che la scorsa settimana è stato aggredito a Palermo. I suoi aggressori sono tutti ragazzini di 11 anni, ad Alice Martinelli racconta di essere pronto a perdonarli nonostante le botte e gli insulti

Mi urlavano negro di merda e intanto mi picchiavano”. A Le Iene Boubacar Kande, senegalese, racconta l’aggressione subìta da un gruppo di ragazzini a Palermo. Dopo le botte ha postato la foto su Facebook che è subito diventata virale. Nell’immagine si vede che ha il sopracciglio tagliato e il volto rigato dalle lacrime.

Alice Martinelli è andata a trovarlo. Da 10 giorni è in prova in una trattoria a conduzione familiare. “Qui mi trovo bene come se fossi in famiglia”, ci dice. Con la sua educazione e i modi gentili, Bouba ha già conquistato tutti. Lo andiamo a trovare a casa sua, qui vive con due amici. Ci racconta che ha iniziato a studiare all’alberghiero, ma ha interrotto gli studi. Ci racconta della sua storia: “Purtroppo mia mamma è venuta a mancare e quando lo stesso destino è toccato a mio papà ho deciso di cercare un altro futuro in Italia”. Ha 14 anni e inizia uno dei tanti viaggi di cui abbiamo sentito parlare a bordo di un barcone. Dal Senegal alla Libia fino all’attraversata in mare. “Quando sono arrivati a salvarci la barca era bucata e qualcuno è morto”, racconta Bouba. “Avevo paura perché non sapevo nuotare”.

Dopo l’aggressione subita la scorsa settimana, la città si è mobilitata per aiutarlo. In tanti lo vorrebbero incontrare ma lui non è abituato. Tra una telefonata e l’altra ci racconta la sua versione dei fatti: “È arrivato un ragazzino e ha iniziato a tirarmi pugni in faccia. Dopo di lui ne è arrivato un altro. Mi dicevano negro di merda”. A questo punto lui riesce a scappare, ma si ritrova dietro un altro gruppo di ragazzi. “Ho preso la catena della bici per difendermi, ma tutti si sono buttati contro di me”, racconta Bouba. “Loro pensavo che essendo bianchi sono meglio di me. Io sono nero e non mi sento una merda”. E aggiunge che è pronto a perdonare i suoi aggressori: “Siamo tutte persone e possiamo sbagliare”. 

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