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Agnese, senza lavoro dal lockdown: “20 euro al giorno, niente cassa integrazione da 5 mesi e ora rischio lo sfratto”

Vive in Italia da 17 anni e ha sempre lavorato come operaia. Dopo aver sospeso la produzione per il lockdown, dal primo settembre la sua ditta ha chiuso lasciando definitivamente tutti a casa. Agnese, 48 anni, racconta a Iene.it che da 5 mesi non vede la cassa integrazione e ora rischia anche lo sfratto. “Non possiamo permetterci due pasti al giorno, mangiamo solo la sera”

“Da maggio non arrivano i soldi della cassa integrazione e ora rischio anche lo sfratto”. Agnese Labeda Palichleb è un’operaia della provincia di Torino di origini polacche. “Sono in Italia da 17 anni e ho sempre lavorato in una ditta di materiali in plastica”, racconta al telefono a Iene.it. Un lavoro che le ha sempre dato da vivere fino al lockdown. Il 28 marzo la sua azienda ha sospeso la produzione e Agnese non ha lavorato per tutta la quarantena. 

“La ditta è riuscita a fare qualche turno saltuario fino al 15 luglio, da quel giorno siamo tornati in fabbrica”, racconta. Per un mese e mezzo la produzione è tornata stabile. Ma il primo settembre vengono convocati tutti gli operai: “Ci hanno detto che la ditta avrebbe chiuso e ci hanno messo davanti la lettera di licenziamento. È stato un fulmine a ciel sereno, nessuno se lo aspettava”. 

Durante i mesi della quarantena ha chiesto la cassa integrazione. “Mi è arrivata solo quella del mese di aprile. Da maggio non ricevo più alcun bonifico e ora si fa davvero fatica a tirare avanti”, prosegue Agnese, che vive con il compagno che percepisce la Naspi per la disoccupazione. “Sono 20 euro al giorno, 500 al mese. E abbiamo un affitto arretrato di oltre 3mila euro”. Nei mesi estivi devono pagare 470 euro per la loro casa che diventano 650 nei mesi freddi per il riscaldamento. A questo poi devono aggiungere le spese quotidiane. 

“Non possiamo permetterci neanche due pasti al giorno. Mangiamo solo la sera”, racconta Agnese. “Neanche dopo il decreto di agosto si sono viste novità. Abbiamo scritto anche al presidente del Consiglio ma a oggi nessuno ci ha risposto. Purtroppo la realtà è lontana dalle promesse che hanno fatto”. 

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