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No allo sfratto dei nonni di Nocera Umbra, firmiamo la petizione per non chiudere la casa di cura | VIDEO

In piena emergenza coronavirus è arrivato lo sfratto per i nonni ribelli di Nocera Umbra. Giulio Golia ci ha raccontato come vivono tutti insieme in una struttura dello stato senza spendere neanche un euro di soldi pubblici. Aiutiamoli firmando la petizione su Change.org affinché il loro desiderio diventi realtà: no allo sfratto di questi agguerritissimi nonnini

- CLICCA QUI PER FIRMARE LA PETIZIONE PER NON SFRATTARE I NONNI

Ve li ricordate i nonni ribelli di Nocera Umbra? Nella casa di cura autogestita c’erano Osvaldo l’artista, Emilia, Gino, Fidalma e poi Donata, Maria, la chiacchierona Anna e tanti altri. Giulio Golia li ha conosciuti a febbraio (qui il primo servizio), quando il coronavirus ancora non aveva stravolto le nostre vite. Loro si opponevano a dover lasciare la loro casa di cura autogestita: una struttura dello Stato in cui hanno creato un sistema davvero incredibile senza spendere un solo euro di soldi pubblici. Per la burocrazia però i nonni dovrebbero fare le valigie e sparire da lì. Così il 20 aprile in piena pandemia, l’Usl Umbria 2 ha inviato una lettera per chiedere la riconsegna dell’immobile. Tutti noi possiamo aiutare questi nonni nella loro battaglia contro la burocrazia. Su Change.org è possibile firmare la petizione per chiedere che vengano lasciati in questa struttura (basta cliccare sul link che trovate sia all’inizio che alla fine di questo articolo). 

I nonni abitano in uno dei quattro padiglioni di una struttura dell’Usl, ognuno vive in una stanzetta. Hanno le loro badanti che li aiutano nelle varie incombenze e a preparare da mangiare. A gestire la struttura è un’associazione di cittadini. Fino a due anni fa, questa era una casa di riposo comunale, gestita dall’Usl come tantissime altre. Il mantenimento di questa struttura costava 316mila euro: 200mila a carico del Comune e il restante suddiviso tra gli ospiti. Ma per Nocera Umbra, paese di appena 5mila anime, era un onere troppo importante. Così il Comune decide di chiudere dirottando gli ospiti nelle altre strutture della provincia. Ma loro non vogliono separarsi. A questo punto anche i cittadini del paese si sono mobilitati per i nonnini. Si è creato un comitato che ha ottenuto da Usl e Regione una soluzione temporanea: utilizzare la struttura come residenza senza però ricevere alcun finanziamento pubblico. E ci sono riusciti, aumentando anche gli ospiti! Quando la struttura era finanziata dal Comune per 316mila euro ospitava 10 nonni, ora al costo circa di 140mila euro sono 14. Qui ormai sono una grande famiglia, ma per il sindaco e le altre istituzioni questa realtà non dovrebbe esistere. Una volta capito che i nonni non volevano spostarsi in altri comuni, è stato proposto loro di trasferirsi in un’altra struttura a 50 metri dall’esistente ma costruita per anziani non autosufficienti.

Con guanti, mascherine e tutte le precauzioni del caso, siamo tornati dai nostri nonni che sono riusciti a tenere il virus ben lontano. Nonostante questo, c’è chi li vuole sfrattare. Dopo il nostro primo servizio, nella loro struttura non si è presentato nessuno per provare a risolvere la questione. È arrivata solo la lettera che chiede di andare via da lì. A questo punto non resta che tornare dal commissario. “In quella struttura c’è un sovraffollamento in cui erano previsti 10 posti e oggi ce ne sono 14. Per me il modello da seguire è quello previsto dalla normativa”, dice Massimo De Fino, commissario straordinario dell'Azienda Usl Umbria 2. “Andassero in albergo o in una casa privata, quella è una struttura pubblica dell’azienda sanitaria. Per me 14 persone là non ci possono stare per cui i locali in questa fase devono essere lasciati liberi. Dobbiamo vedere se sono trasferibili in strutture protette”.

A questo punto Giulio Golia gli mostra un videomessaggio registrato dai nonni: “Commissario, dobbiamo trovare una soluzione, noi non vogliamo andar via da qui. Non fateci prendere dispiaceri, perché ne basta uno piccolo e siamo al limite. Da qua non usciamo, lo faremo quando Gesù Cristo ci porterà via. Siamo come fratelli e sorelle, ci vogliamo tutti bene”. Ma il commissario straordinario è irremovibile. 

Per questo vi chiediamo di aiutare questi nonni affinché la loro richiesta sia davvero ascoltata. Firmate la petizione su Change.org perché possano continuare a vivere nella struttura di Nocera Umbra. 

- CLICCA QUI PER FIRMARE LA PETIZIONE SU CHANGE.ORG

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