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Sixthcontinent e i problemi con gli utenti: “Rimborsiamo tutti”

“Abbiamo subito una frode che ci è costata 15 milioni di euro. Questo ha causato problemi sulla piattaforma, ma rimborsiamo tutti coloro che non hanno ricevuto le shopping card nei tempi previsti dalle condizioni di acquisto”: a dirlo a Iene.it è Fabrizio Politi, il fondatore di Sixthcontinent, che abbiamo contattato dopo le vostre segnalazioni

“Abbiamo avuto dei problemi perché abbiamo subito una truffa, ma rimborsiamo i nostri clienti che hanno avuto dei ritardi nei mesi scorsi”. Si può riassumere così la posizione di Fabrizio Politi, il fondatore di Sixthcontinent, che noi di Iene.it abbiamo intervistato dopo aver ricevuto da voi molte segnalazioni di problemi con la piattaforma: c’è chi si lamenta di aver avuto l’account bloccato, chi di aver perso le card acquistate senza alcun rimborso, chi di non poter più spendere i crediti accumulati usando la piattaforma.

Ma andiamo con ordine: Sixthcontinent è una società attiva nella vendita online che consente ai consumatori di acquistare con crediti e punti fedeltà le shopping card, cioè buoni spesa, per pagare prodotti e servizi nei negozi fisici e online che aderiscono al programma. Molti di voi ne hanno sentito parlare, anche perché avete visto le loro pubblicità durante il nostro programma. Da qualche mese Sixthcontinent è al centro di una bufera online per i problemi che vi abbiamo detto sopra.

Abbiamo quindi parlato con Fabrizio Politi per cercare di capire la loro versione su quanto sta accadendo, ma prima di leggere le sue parole dobbiamo partire da alcuni dati di fatto: a seguito della segnalazione dei problemi da parte di alcuni utenti, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha aperto un procedimento istruttorio contro Sixthcontinent. L’authority contesta alla società la possibile violazione degli articoli 20,21,22,24 e 25 del Codice di consumo, cioè la legge che regolamenta i diritti dei consumatori.

Il procedimento è ancora in corso, ma in attesa del verdetto l’Agcm ha adottato un provvedimento cautelare imponendo a Sixthcontinent di “sospendere il blocco degli account, in assenza di puntuale specificazione delle motivazioni e con contestuale rimborso di quanto versato e del corrispettivo delle altre utilità maturate”. L’authority ha inoltre ordinato alla società di astenersi “da ogni attività diretta a impedire o limitare l’utilizzo delle Shopping Card già acquistate secondo le modalità di attivazione e fruizione originariamente previste”. 

Adesso, possiamo cominciare. Fabrizio Politi, che cos’è Sixthcontinent?

“Noi siamo un social network che fa incontrare imprese e consumatori. Chi compra aumenta la propria capacità d’acquisto grazie ai punti fedeltà guadagnati sul nostro sito, chi vende aumenta la sua platea di clienti. Noi ci guadagniamo vendendo alle aziende spazi sulla nostra piattaforma, vendendo abbonamenti, e vendendo i dati dei consumatori che ci danno il consenso in base al GDPR: parte di questo guadagno viene redistribuito ai compratori così che possano aumentare il loro potere d’acquisto. E’ un sistema in cui guadagniamo tutti, a perderci è chi resta fuori dalla piattaforma”.

Detta così sembra una cosa fantastica, però in tanti si lamentano di voi. Perché?

“E’ successo questo: noi stiamo lavorando per quotarci in Borsa negli Stati Uniti. Per farlo, nel secondo semestre 2019, abbiamo chiesto una due diligence (una sorta di investigazione interna fatta da una società esterna, ndr) a una delle più importanti società del settore. Da questa due diligence sono emerse transazioni sospette all’interno della nostra piattaforma. Noi abbiamo approfondito e scoperto che c’erano degli utenti che facevano transazioni anomale, secondo la definizione di legge: a questo punto abbiamo bloccato gli utenti e mandato loro un avvertimento. Uno di loro ci contatta e ci racconta il sistema che aveva messo in piedi”.

Cioè?

“Ci ha raccontato di aver comprato nostre gift card e di averle usate per comprare altre gift card, un loop di acquisti che non è consentito fare. Queste persone avevano però trovato un modo di convertire le nostre card in carte prepagate acquistabili presso alcuni negozi, tra cui una catena di supermercati. E non solo: avevano insegnato questo metodo ad altri, eravamo arrivati al punto che c’era chi prendeva il treno per venire a Milano e passava da decine di punti vendita fisici per ritirare queste carte prepagate. Tutto questo ovviamente ci ha generato un danno economico enorme, ci siamo rivolti ai nostri avvocati per denunciare alle autorità queste pratiche e ci siamo adoperati per far sì che non accadesse più”.

Quindi avete fatto delle modifiche al vostro sistema?

“Sì, per impedire che potesse ripetersi questa frode. Altrimenti avremmo chiuso. Abbiamo bloccato queste persone e il nostro ufficio legale si è messo in contatto con loro. A questo punto però ci siamo accorti che questa frode ci era costata intorno ai 15 milioni di euro. A fine 2019 abbiamo emesso un aumento di capitale da 20 milioni di dollari”.

Nel frattempo però l’Agcm ha iniziato a investigare su vostre pratiche scorrette…

“Sì, il 12 dicembre si presenta l’autorità sulla base di 19 segnalazioni. E a segnalarci erano 19 dei 49 che avevamo bloccato”.

Quindi l’istruttoria nascerebbe dalla segnalazione di chi voi ritenete vi abbia frodato?


“Sì, e non solo: questi 19 hanno insegnato a decine di altri come fare quella che noi riteniamo essere una frode. Ci imputano di aver bloccato senza motivo gli account e quello che c’era dentro. Noi eravamo contenti di incontrare l’AGCM, perché così possiamo dimostrare cosa è successo. Gli abbiamo spiegato che erano stati bloccati per aver violato le nostre linee guida. E’ partito tutto da lì. Poi questi 19 utenti ne hanno coinvolti altri”.

L’Agcm però ha preso un provvedimento cautelare nei vostri confronti: se la situazione è così chiara come dice lei, perché un’autorità indipendente vi ha sanzionato?

“Perché si è basata sulle segnalazioni ricevute. Non è facile comprendere quello che facciamo, loro hanno ricevuto quelle segnalazioni di problemi e hanno preso il provvedimento cautelare. Noi a questo punto ci siamo detti: sblocchiamo tutti gli utenti. Anche quelli che avevano violato le linee guida. Adesso non c’è nessun utente bloccato”.

Però l’Agcm nel provvedimento cautelare dice di avere delle evidenze che le lamentele degli utenti siano verificate…

“Loro dicono che sia una azione vessatoria bloccare un account per transazioni anomale. Sostengono che il concetto di ‘anomalo’ sia troppo soggettivo, ma noi abbiamo spiegato che abbiamo preso la definizione dalla legge anti riciclaggio. Non ci siamo svegliati la mattina e deciso di bloccare qualcuno, ci siamo conformati alle indicazioni avute dalla due diligence. Stiamo facendo molta fatica a spiegare il nostro lavoro all’autorità”.

Quindi la vostra posizione è che l’Agcm non abbia capito cosa fate?

“Loro si basano, ed è comprensibile, sulle segnalazioni che ricevono e sulla base di quello hanno adottato il provvedimento in attesa di capirne di più”.

Però l’Agcm dice che le segnalazioni che hanno ricevuto sembrano realistiche…

“Certo, ha senso dal punto di vista dell’Agcm quello che dicono. Noi però non siamo d’accordo perché riteniamo si basino solo sulle segnalazioni e non sulle spiegazioni oggettive che abbiamo fornito”.

Però capisce che se un’autorità indipendente scrive di avere evidenze di una possibile violazione delle norme da parte vostra, e prende un provvedimento cautelare nei vostri confronti, qualche dubbio sulle attività di Sixthcontinent lo fa venire…

“Infatti a noi questo ha causato un danno enorme, abbiamo perso dei contratti e della pubblicità. E questo ha causato a cascata una diminuzione del potere d’acquisto dei crediti sulla piattaforma. Molti problemi di questi mesi nascono da lì”.

Cercando su internet ci sono molte recensioni recenti che vi dipingono come una società che truffa i suoi clienti…

Noi siamo vittime di una frode e sul web passiamo noi per i colpevoli. Da una parte ci sono i tempi della giustizia, dall’altra il web dove le cose corrono molto più velocemente. Ma la giustizia l’avremo, siamo sicuri della correttezza di quello che facciamo da oltre 4 anni. In questo periodo abbiamo permesso a milioni di consumatori di acquistare con i nostri punti fedeltà beni primari per un valore di oltre 40 milioni. Abbiamo anche pensato a chiudere la società italiana, siamo presenti in mezzo mondo, ma avrebbe significato buttare all’aria tutti gli investimenti e quindi abbiamo deciso di coprire le perdite generate dalla frode e continuare la nostra attività regolarmente”.

L’Agcm vi ha contestato di aver bloccato sulla vostra piattaforma account con shopping card per un valore di 1 milione 800mila euro. Che fine hanno fatto? 

“L’Agcm ha prelevato un dato statico, senza prendere al momento in considerazione quanto da noi dichiarato anche nel primo verbale, ovvero che quando un utente viene bloccato nella maggior parte dei casi è perché ha più account di quelli consentiti dalle linee guida. I multi account sono vietati e vengono “congelati” ma le card acquistate vengono inviate via mail ai proprietari, e negli account rimangono scaricabili ma non utilizzabili più di una volta. Non ci siamo mai tenuti un euro di valore delle shopping card, infatti in 4 anni nessuno ha mai contestato un problema del genere. Per dimostrare la nostra buona fede ci siamo potuti permettere di sbloccare tutti gli account, tutti, anche quelli di chi ha violato le linee guida con le relative card contenute, perché erano inattive, in quanto erano già state consegnate in passato via email ai legittimi proprietari”.

Più di una persona in queste settimane ci ha segnalato di aver comprato shopping card che non riesce a scaricare, o di ritardi nei tempi di consegna. Andiamo da poche centinaia di euro a chi dice avere oltre 10mila euro in sospeso. Cosa è successo?

“Tra dicembre e inizio marzo abbiamo avuto problemi legati alla frode subita, è stato un momento duro. Il 24 marzo siamo ripartiti normalmente, abbiamo ricominciato a vendere card anche con consegna in real time per cercare di riconquistare la fiducia degli utenti. E’ vero che abbiamo avuto dei ritardi, e abbiamo deciso di rimborsare tutto quello che era in ritardo oltre i 30 giorni, come previsto dai termini & condizioni di acquisto”.

Come funzioneranno questi rimborsi?

I rimborsi avvengono con i sistemi di pagamento utilizzati sulla piattaforma, in parte in crediti, in parte in wallet e in parte tramite bonifici o sulla carta di credito. I crediti e i wallet sono già stati fatti, per quanto riguarda i bonifici e le carte di credito il lavoro viene fatto manualmente ma sono già partiti”.

Anche le persone che ci hanno contattato avranno il rimborso o quantomeno le card già acquistate?

Abbiamo già iniziato i rimborsi. Ci vorrà del tempo perché tutti siano rimborsati, ma abbiamo deciso di farlo per evitare che si usi contro di noi questo argomento. Non vogliamo che nessuno ci accusi di avere dei ritardi, vogliamo chiudere con il passato”. 

L’Agcm però vi contesta che, anche dopo l’inizio dell’istruttoria, voi continuiate a rallentare l’utilizzo delle shopping card: è vero?

“Il rallentamento c’è stato negli scorsi mesi, non certo per nostra volontà, ma per cause di forza maggiore, come abbiamo già chiarito. Abbiamo deciso di chiudere la storia dei ritardi con i rimborsi. Avremmo preferito consegnare le shopping card, perché così il consumatore che aveva pagato 90€ aveva una carta del valore di 100, ma era necessario fare così per evitare ulteriori contestazioni sui ritardi e tornare alla normalità dal 24 marzo in poi”.

Tra chi ci scrive c’è anche chi si lamenta di non poter più usare i crediti accumulati come faceva prima: cosa è cambiato?

“E’ diminuita la percentuale di crediti che si possono usare per fare acquisti. Non sono crediti bloccati, ma si fa più fatica a spenderli. Questo dipende dalla perdita di raccolta pubblicitaria dovuta a questa situazione. I crediti degli utenti funzionano così: coi soldi che incassiamo dalle inserzioni, noi distribuiamo il 70% degli incassi in crediti spendibili per comprare le shopping card. L’utilizzo di questi crediti su Sixthcontinent è sempre stato dallo 0 al 50% del valore della carta ed è legato ai soldi che arrivano dalla raccolta pubblicitaria. Se questa diminuisce, diminuisce la percentuale di possibilità di usarli”.

Un’altra contestazione che fanno le persone che ci contattano è che voi abbiate modificato unilateralmente le condizioni di utilizzo. E’ vero?


“No, i termini e condizioni della piattaforma sono le stesse dal 2016. Avendo avuto meno pubblicità, c’è una contrazione sull’utilizzo dei crediti. La regola però è sempre stata quella, non è cambiata. Stiamo comunque lavorando perché tutto torni come prima, anzi meglio, perché la frode che ha danneggiato utenti e Società non potrà più essere fatta”.

Questo è quello che ci ha raccontato Fabrizio Politi, il fondatore di Sixthcontinent. Occorre però un’ultima chiarificazione: dopo aver realizzato questa intervista l’Agcm ha aperto un procedimento di inottemperanza nei confronti della società per non aver rispettato il provvedimento cautelare di cui vi abbiamo parlato. Sixthcontinent ha risposto di non condividere la decisione, ritendendo di aver preso una serie di misure sufficienti a venire incontro alla richiesta fatta dall’authority ed è pronta dimostrare all’Agcm che è stato ed è un aiuto per le famiglie italiane e, se necessario, lo farà anche tramite un ricorso all’autorità competente.

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