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Smart working: tra vantaggi per vita e ambiente e pericoli dal pc | VIDEO

Matteo Viviani ci racconta la rivoluzione del lavoro da casa. Dall’avere più tempo a disposizione ai pericoli dell’isolamento, dai risparmi economici e ambientali ai rischi per tutti che si arrivano dagli hacker

Con l’arrivo della pandemia lo smart working è diventato non solo parola d’uso comune ma pratica quotidiana per milioni di italiani che lavorano da casa via computer. Anche i leader politici non fanno più grandi vertici ma si contattano in video chiamata. Stessa cosa per dottori, studenti: si fa tutto quello che è possibile da remoto. Tutto sta cambiando: il rapper Travis Scott, per esempio, ha realizzato un concerto virtuale con 12 milioni di partecipanti.

Ma siamo davvero pronti? Ci saremmo arrivati comunque anche senza il coronavirus? “Con più tempo “, sostiene l’imprenditore digitale Marco Montemagno. Per chi non aveva grande familiarità con il mondo digitale dover adattare a lavora da remoto da casa con computer e webcam può essere complesso. “Una persona che vive per conto suo è magari più facilitata rispetto a un genitore”, la psicologa Ilaria Cadorin. “Sei però sempre connesso, la gente non sa staccare: se sei a casa da solo è facile perdersi”, ricorda Montemagno.

“Sta arrivando un 20% di pazienti nuovi per i problemi da isolamento”, continua Cadorin. “Per i genitori poi è difficile per esempio spiegare che in certi momenti non sono disponibili per i figli, soprattutto per quelli più piccoli. Figuriamoci in spazi piccoli, compresi i casi di rapporti di coppia in crisi”. Dobbiamo studiare e cercare nuovi equilibri. “Non me l’aspettavo ma si produce di più”, dice Stefano Fratepietro, esperto di sicurezza informatica. La capacità di concentrazione è facilitata. “Sono 7 anni che faccio questa vita: non tornerei mai indietro, sei padrone del tuo tempo, è una libertà meravigliosa”, è convinto Montemagno.

Altri vantaggi? Si risparmia il tempo passato in macchina nel traffico per andare e tornare: “Il 50% dei pendolari passa 90 minuti in auto ogni giorno” dice l’imprenditore Gerard Albertengo. “Ogni settimana così ci risparmiamo un giorno di ferie con lo smart working e un sacco di soldi in benzina”. Aiutando anche l’ambiente.

Matteo Viviani fa i suoi conti. Lavorando casa dall’8 marzo ha evitato di buttare nell’ambiente 268 chili di anidride carbonica, risparmiato 412 euro e accumulato l’equivalente di 7 giorni di ferie.

E sul fronte della sicurezza informatica? I nostri computer da casa, e anche i router (le “scatoline” che ci collegano a Internet: cambiate la password!), spesso sono molto vulnerabili e purtroppo c’è un sistema che può svelare ai malintenzionati quali sono. Cosa può fare chi ci entra dentro: credere di farci vedere un sito, mentre in realtà siamo su un altro. E quando si tratta di poste, banca, Inps, Amazon, gmail… viene qualche brivido.

Prima della quarantena c’erano 29mila sistema esposti su Internet, oggi ce ne sono 39mila, a volte con sistemi non più difendibili. Parliamo anche di computer che gestiscono la contabilità di imprese. C’è un’azienda con 90 dipendenti e 20 anni di storia che ha chiuso così, per colpa di un attacco hacker puramente vandalico che ha distrutto tutti i suoi dati.

Una difesa c’è: installare tutti gli aggiornamenti che ci arrivano e sistemi antivirus validi. Un esempio dei pericoli? Recentemente sono state rubate le credenziali di 600mila email e messe in vendita. Tra le tante novità dello smart working, quella di una maggiore sicurezza informatica è sicuramente una delle frontiere da non trascurare.

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