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Sopravvissuta alla benzina del marito: dov'era lo Stato? | VIDEO

Maria Antonietta benzina marito

Nina Palmieri ci racconta l’orrore passato da questa donna e il suo coraggio. Il marito, nonostante le sue tante denunce cadute nel vuoto, le ha dato fuoco con la benzina dopo anni di violenze. Lei, dopo 500 giorni d’ospedale e più di 20 operazioni, riesce a sorridere. Ma ha ancora paura

“Ho visto la sua faccia, una faccia tranquillissima fiera di sé come per dire: finalmente ora te la faccio pagare. Mi ha detto: ‘muori’ e mi ha buttato la benzina, in faccia soprattutto e poi dappertutto. Sentivo il calore, il fuoco, ero una palla di fuoco”. Nina Palmieri ci racconta una storia che mette a nudo fin dove può spingersi l’odio di un essere umano, la storia di Maria Antonietta che parla, dopo più di 20 operazioni, dal letto di un ospedale e ha ancora paura del suo ex marito.

Aveva 19 anni quando perse la testa per Ciro Russo, un aspirante carabiniere che conquista la fiducia anche dei parenti. Lei resta incinta dopo pochi mesi e papà Carlo la accompagna felice all’altare. Nel sogno iniziano ad affacciarsi però ombre inquietanti. “Un giorno ci bisticciammo, ero al nono mese e lui mi diede un calcio”, racconta Maria Antonietta. “Ero sconvolta, ma provai a dimenticare, ero innamoratissima”. Purtroppo è l’inizio di una vita fatta di urla, schiaffi e spintoni. La figlia Annie ricorda a Nina quei 15 anni di violenze sulla madre da parte di quell’omone di due metri e più di centro chili che minacciava tutti, anche lei. Intanto arriva anche un altro figlio, il piccolo William.

Nel 2016, al 17° anno di violenze e soprusi, Maria Antonietta racconta di aver chiamato polizia e carabinieri per sette volte. Dopo l’ennesima lite violenta, Annie affronta il padre: “Basta, devi andartene”. Lui le dà uno schiaffo che le fa perdere tantissimo sangue. La madre, che aveva appena ricevuto una prognosi di dieci giorni per policontusioni, chiama la polizia davanti a Ciro. Le due donne ci dicono che l’arrivo di due agenti non le rassicura.

Maria Antonietta ha paura anche per i figli e denuncia per la prima volta il marito in caserma: “Ho chiesto aiuto ma i carabinieri non sono mai venuti”. Ciro picchia più forte sentendosi impunito: la casa diventa un inferno. Annie una volta sente “Adesso io ti ammazzo”: avverte il padre Carlo che va da carabinieri. L’uomo racconta che i militari si sarebbero dimenticati in un cassetto la denuncia della donna. Arriva nella stanza lo zio Danilo: “Papà, corriamo, che Ciro sta ammazzando Maria Antonietta”. “Chiesi al maresciallo: andiamo subito?”, dice Carlo. “Mi disse: non possiamo venire noi, lei deve telefonare”. A casa il padre trova la polizia che ha arrestato Ciro per maltrattamenti in presenza del bambino.

A Ciro viene dato un divieto di avvicinamento, lui però si fa vedere lo stesso. Viene condannato a tre anni ma si fa soltanto qualche mese di carcere e finisce ai domiciliari dai genitori. Inizia a chiamare a madre e figlia: vuole tornare.

Il 12 marzo 2019: Ciro Russo fugge dai domiciliari a Ercolano (Napoli). Il padre se ne accorge la mattina e lo denuncia ai carabinieri temendo per Maria Antonietta maa nessuno avrebbe avvertito le forze dell’ordine a Reggio Calabria, dove Ciro è già arrivato alle 6. La telecamera automatica di un distributore lo riprende mentre riempie tre bottiglie di benzina. Chiama per 13 volte la moglie. Il suocero riesce a far arrivare comunque la notizia dell’evasione del figlio. Maria Antonietta chiama subito la polizia, passano tre minuti al telefono mentre lei è terrorizzata in auto fuori di casa.

Ciro la trova e le taglia la strada e dà fuoco alla sua macchina. Maria Antonietta esce, lui le lancia benzina addosso e dà fuoco anche a lei, come vedete dalle terribili immagini del servizio. Lei si butta un po’ d’acqua in faccia da una pozzanghera. Fugge in un locale, si vede in uno specchio “viva, con il volto deformato”. E Ciro? Scappa in auto e, secondo le indagini, va poi dai familiari del suo migliore amico Davide, che sarebbe arrivato dopo un quarto d’ora e poi lo avrebbe accompagnato in un “covo”, una casa abbandonata in cui resterà latitante per quasi due giorni. La notte del 13 marzo Ciro se ne va tranquillamente in pizzeria, un cittadino lo riconosce: chiama la polizia, che lo arresta.

Per Maria Antonietta intanto è iniziato un lungo calvario in ospedale di giorni, settimane, mesi, operazioni su operazioni. Per 5 volte ha rischiato la vita, ma ora può tornare a sorridere grazie ai medici di Bari e Reggio Calabria. Dopo 500 giorni è ancora sul letto di un ospedale, il sogno è quello di potere di ritornare a casa. La famiglia si è pure indebitata per alcune cure, anche perché alla figlia non spetta niente come risarcimento. Non esistono fondi appositi per aiutare queste vittime. Mentre la paura resta: e quando Ciro tornerà libero?

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