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“Lo stato non paga? Ci penso io”. Un mutuo per i suoi dipendenti | VIDEO

Dopo due mesi di lockdown i parrucchieri hanno finalmente riaperto, ma i problemi non sono finiti. Ce lo racconta un parrucchiere di Firenze, che di fronte ai ritardi dello stato ha deciso di provvedere da solo ai suoi dipendenti

Dopo due mesi, Valerio Fini è finalmente sul suo posto di lavoro: il salone di parrucchieri “Renato” a Firenze . “Il primo giorno è andato bene perché siamo pieni fino al 16 di giugno!”, dice Valerio a Iene.it intervistato da Giulia Innocenzi. “Riaprire il negozio dopo sessanta giorni dà un senso di libertà che non ha eguali”, esordisce felice Valerio. Valerio, come tanti altri, ha dovuto chiudere il negozio e mettere i suoi dipendenti in cassa integrazione. “Ho 20 dipendenti e a loro da pochi giorni è arrivata solo una parte della cassa integrazione. Prima non avevano ricevuto un euro dallo stato”. E proprio per venire incontro ai dipendenti Valerio e i suoi soci hanno deciso di fare per conto loro: “non credendo nelle promesse dello stato, abbiamo capito che dovevamo sostenere i nostri dipendenti. Siamo andati in banca e abbiamo chiesto un mutuo per pagare gli stipendi in tempo in attesa della cassa integrazione. Abbiamo chiesto 60mila euro. Noi abbiamo ragazzi che vengono anche da altre regioni e sono soli a Firenze. Questi ragazzi non si possono lasciare soli, vanno sostenuti. I nostri dipendenti hanno un valore altissimo. Non possiamo perderli perché lo stato non c’è”.

Ma anche ora con la riapertura le cose non sono semplici, a causa delle norme di distanziamento da rispettare. “Adesso possiamo lavorare in 13 in negozio, prima in 27. E i clienti che possiamo accogliere in contemporanea sono la metà rispetto a prima. Anche gli incassi sono dimezzati. Il problema sarà se non possiamo tornare ai ritmi di prima. Noi in queste condizioni duriamo poco”.  

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