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“Rimuovete la statua di Montanelli: uomo razzista e sposò una bambina” | VIDEO

A Iene.it parla in esclusiva Luca Paladini, portavoce dei Sentinelli di Milano, il primo che ha proposto di rimuovere la statua di Indro Montanelli dai giardini pubblici di Milano a lui intitolati. Con Giulia Innocenzi ricostruiamo tutta la vicenda partendo dalle parole dette dal giornalista nel 1969 a proposito di Destà, la sua sposa bambina

Indro Montanelli è un uomo razzista. Rimuovete la sua statua da Milano perché comprò una sposa bambina”. A Iene.it parla in esclusiva Luca Paladini, portavoce dei Sentinelli di Milano, intervistato da Giulia Innocenzi come potete vedere qui sopra.

Una settimana fa hanno pubblicato un appello al sindaco di Milano Giuseppe Sala per rimuovere la statua di Indro Montanelli dai giardini a lui dedicati. A Iene.it ricostruiamo le ragioni che hanno fatto muovere i Sentinelli tornando al 1969 e alle parole di Montanelli: “Destà era una bellissima ragazza di 12 anni, scusate ma in Africa è un’altra cosa… L’avevo regolarmente sposata, cioè l’avevo comprata dal padre”. Già 50 anni fa le sue parole sono state contestate come Elvira Belotti, giornalista e femminista, che gli ha chiesto quale era per lui la differenza tra sposare una bambina in Africa e abusare di una coetanea in Europa. “Ma nessuna violenza, le ragazze in Abissinia si sposano a quell’età...”, aveva replicato Montanelli.  

“Bisogna ricostruire la vicenda con le parole adatte. Cioè quelle raccontate da Indro che è l’unico testimone di quello che è accaduto nel 1935, quando giunto in Etiopia lo hanno invitato a prendere una moglie perché altrimenti non avrebbe avuto autorità sul suo battaglione. Era un acquisto proposto e condiviso dalla popolazione locale e accettato dai genitori della ragazza che aveva 14 anni”.

A proposito di testimonianze dirette, Montanelli in quegli anni ha raccontato questa vicenda con parole molto crude: “Faticai molto a superare il suo odore dovuto al sego di capra di cui erano intrisi i suoi capelli e ancora di più a stabilire un rapporto sessuale perché era fin dalla nascita infibulata. Oltre a opporre una barriera pressoché insormontabile ai miei desideri, ci volle per demolirla il brutale intervento della madre”.

Anche su queste parole, la sua fondazione ha un punto di vista preciso: “Il pentimento non fa parte del vocabolario di Montanelli. In una sua testimonianza del 1995 parla di quel periodo e di alcuni errori commessi di cui però non se ne vergogna”, dice Malvolti. “Quando Destà ha avuto il primo figlio l’ha chiamato proprio Indro, forse le ha lasciato un buon ricordo”.

Sempre Malvolti ci spiega Montanelli non avrebbe voluto la statua finita al centro delle polemiche. “A lui non piacevano perché diceva che venivano prese di mira dallo sterco di piccione. È stato un buon profeta perché sono fatte per poi essere buttate giù”. Sulla questione è intervenuto anche il sindaco Sala che ha risposto alla proposta dei Sentinelli: “Cosa chiediamo a personaggi che vogliamo ricordare? Una vita senza macchina in cui tutto è stato giusto. Ma quando giudichiamo le nostre vite possiamo dire che sono state senza macchia? Le vite vanno giudicate nella loro complessità per questo penso che la statua debba rimanere lì”.

“Derubricare a errore la violenza perpetrata nei confronti di una bambina lo trovo incredibile”, replica Paladini. “Questa minimizzazione è davvero pericolosa e mi delude molto. Non vogliamo che uno dei simboli di Milano sia rappresentato da una persona razzista”. Anche la Fondazione Montanelli è concorde nel lasciare la statua dov’è. “Indro va ricordato per i suoi 90 anni in Europa e per i suoi scritti non per quei 3 mesi in Eritrea”, dice Malvolti.

Anche noi di Iene.it abbiamo chiesto che cosa ne pensano i nostri follower. In tantissimi, oltre 50mila, avete risposto al nostro sondaggio su Facebook e Instagram: il 70% è pro a lasciare la statua nei giardini di Milano. Intanto la protesta non si ferma. Nelle ultime ore il collettivo femminista ha organizzato una manifestazione davanti al Comune di Milano: "Stupro, pedofilia, colonialismo non sono errore"

Clicca qui per vedere la puntata intera della fascia digital condotta da Giulia Innocenzi e trasmessa su Mediaset Play, sul nostro sito e sulla pagina Facebook del programma alle 20.30 di ogni martedì, prima di ogni puntata de Le Iene. 

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