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Strage di Erba: nuove prove che si credevano distrutte e mai analizzate? | VIDEO

Torniamo a parlare della strage di Erba con Antonino Monteleone e Marco Occhipinti. Con l’incredibile ritrovamento di uno scatolone che si credeva distrutto e che forse potrebbe scagionare Rosa Bazzi e Olindo Romano, condannati all’ergastolo

Antonino Monteleone e Marco Occhipinti tornano a occuparsi della strage di Erba, una vicenda che più analizziamo e più sembrerebbe avere i requisiti di un errore giudiziario che ha portato all’ergastolo due persone, Olindo Romano e Rosa Bazzi, che con il massacro del dicembre 2006 potrebbero non avere niente a che fare.

Quello che vi raccontiamo ha dell’incredibile: a distanza di un anno si scopre che presso l’ufficio corpi di reato del Tribunale di Como sarebbe riaffiorato un nuovo scatolone. Uno scatolone contenente alcuni abiti dell’unico sopravvissuto alla strage, Mario Frigerio, e del piccolo Youssef Marzouk, travolto dalla furia omicida quella sera a due anni appena. Reperti mai analizzati e che potrebbero essere fondamentali per rintracciare il dna di Rosa e Olindo mai ritrovato sulla scena del crimine oppure quello di estranei, ipotesi che farebbe pensare a dei killer sconosciuti e che farebbe riaprire clamorosamente il caso.

Antonino Monteleone va a parlare con Francesco Tucci, l’ex responsabile proprio di quell’ufficio corpi di reato del Tribunale di Como, dove i reperti vengono distrutti nonostante ordini contrari dei tribunali e che poi ricompaiono misteriosamente. Gli chiediamo spiegazioni del mistero di questi scatoloni ufficialmente distrutti e poi riapparsi nell’uffico corpi di reato dove negli stessi anni sarebbero spariti anche armi, droga e ogetti di valore. E soprattutto perché lui e il cancelliere, che materialemnte distrusse i reperti nonostante un ordine contrario, raccontino storie opposte e contradditorie.

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