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Rigopiano, il padre di una vittima: "Quella lettera di scuse è una presa in giro” | VIDEO

Il padre di Stefano Feniello, morto a 28 anni sotto la valanga che ha spazzato via l’Hotel Rigopiano, critica la lettera di scuse dell’ex capo della Mobile: "Scuse tardive: perché non ha detto alla Procura della telefonata del cameriere dell’hotel?”. Con Roberta Rei e Marco Fubini abbiamo raccontato tutti i punti oscuri di questa tragedia

"La lettera di scuse dell'ex capo della Squadra Mobile Pierfrancesco Muriana per quanto mi riguarda è una presa per i fondelli, le scuse sono assolutamente tardive”.

A scrivere questo duro attacco è il papà di Stefano Feniello, una delle 29 vittime della tragedia del 18 gennaio 2017 a Rigopiano, dove una valanga di 40mila tonnellate ha spazzato via un hotel, seppellendo vive oltre 40 persone.

Una tragedia di cui vi abbiamo raccontato nei servizi di Roberta Rei e Marco Fubini, nei quali vi abbiamo anche raccontato i troppi misteri, tra cui le richieste d’aiuto che sarebbero state ignorate e le telefonate che sarebbero sparite.

Il papà di Stefano Feniello, morto a soli 28 anni, ha aggiunto: “Muriana avrebbe potuto dichiarare a suo tempo le colpe di Angelozzi (il colonnello della forestale, ndr.), come detto poi nel servizio de Le Iene. Ho saputo della sua esistenza dal servizio andato in onda in tv e su Facebook, l'indomani l'ho attaccato. Ecco perché oggi mi cita nella sua lettera di scuse. Perché non ha segnalato alla Procura quella telefonata? Avrebbe dovuto chiedere scusa subito dopo e dichiarare a chi di competenza quanto accaduto. Perché, invece, manca questa telefonata dal tabulato? Hanno cercato di coprirsi a vicenda, ma gli è andata male perché c'è stata gente che gli è stata col fiato sul collo. Sono personaggi squallidi. Mi fanno solo ridere”.

Il riferimento sembra essere alla chiamata fatta in Prefettura il giorno della strage da parte del cameriere dell'hotel Gabriele D'Angelo. “Aveva capito che stava succedendo qualcosa di brutto”, ha raccontato il fratello gemello di Gabriele a Roberta Rei.

Esattamente un mese fa il ministero guidato da Alfonso Bonafede si era costituito parte civile nei confronti degli imputati nel procedimento per il presunto depistaggio sul disastro all’hotel Rigopiano, tra cui l’ex prefetto di Pescara e altri 7 dirigenti pubblici. Una richiesta presentata dall'avvocatura dello Stato de L'Aquila nell'udienza preliminare a Pescara, in quanto il ministero ritiene che la condotta dei dirigenti della Prefettura avrebbe leso l'immagine e il prestigio della giustizia. Secondo i capi d'accusa "hanno pesantemente pregiudicato il funzionale e organico svolgimento dell'attività investigativa propria dell'Autorità procedente", si legge sull'atto.

Intanto, dopo le 22 archiviazioni nel processo principale e mentre prosegue l’indagine sul presunto depistaggio, dopo i nostri servizi è stata aperta una nuova indagine.

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