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“Abbiamo fatto un tampone a suo marito il 7 aprile”. Ma Giuliano era già morto da una settimana

Dionea ci racconta da Torino una storia assurda e terribile che si è aggiunta al dolore per la morte del papà per Covid-19: “Hanno chiamato mia madre dicendole che il marito il 7 aprile aveva fatto un tampone, ma lui era morto il 31 marzo. Ma come facciamo a ripartire con la Fase 2 se siamo a questo punto?”

È una storia incredibile, e terribile, quella che ci racconta una nostra segnalatrice, che ha appena perso il padre per colpa del coronavirus

Il suo nome è Dionea e vive in Piemonte .“Mio padre Giuliano aveva 75 anni e viveva con mia mamma. Soffriva di diabete e di apnee notturne, ma fino ai primi di marzo la situazione era stabile”, racconta a Iene.it. “Poi accade che un suo amico si ammala di Covid e lui viene messo in quarantena. Il 18 marzo, dopo alcuni giorni di tosse e spossatezza, peggiora a tal punto che, non riuscendo quasi più a respirare, deve essere ricoverato. Arrivano con delle tute protettive e a mia madre, che vorrebbe salutarlo, impediscono anche di dargli un abbraccio”.

L’uomo, che vedete sopra in foto, viene ricoverato in un primo momento all’Ospedale Maria Vittoria di Torino, dove gli viene fatto il tampone che conferma la diagnosi di Covid-19.

“Due giorni dopo lo portano al Martini, in un reparto Covid, dove resta fino al 31 marzo, il giorno della sua morte. L’operatore che attorno a mezzanotte ci chiama per dirci che papà è morto, spiega che dal giorno dopo potremo avvisare le pompe funebri e così facciamo, mettendoci in contatto con un’impresa di alcuni amici di famiglia”.

“Il 3 aprile le pompe funebri lo portano alla cremazione e noi non possiamo neanche salutarlo per l’ultima volta”, prosegue Dionea. “In modo del tutto volontario, da persone responsabili, ci siamo messi tutti in quarantena. Proprio quel giorno, mentre il feretro di mio padre è in viaggio verso il crematorio, arriva una telefonata a casa della mamma”.

A chiamare, racconta la donna, sarebbe il centro tamponi dell’Asl di riferimento: “Ci chiamano per chiedere come sta papà, anche se sconvolti, spieghiamo che è morto. La cosa non ci stupisce più di tanto, il momento è di grande confusione per tutti e probabilmente nessuno li ha avvertiti. Passa una settimana però e arriva una seconda chiamata. E ancora una volta l’operatrice, non la stessa di prima, ci chiede della salute del papà. Mia madre ovviamente inizia a perdere le staffe, è disperata, ma accetta nuovamente le scuse per quell’errore”.

E purtroppo non sarà l’ultima volta. “È sconvolgente, ma ieri ci hanno chiamato di nuovo, facendoci sempre la stessa domanda. E quando mia madre ha detto all’operatrice che il marito era morto il 31 marzo, lei si è stupita e ha detto: ‘Ma come? A noi risulta che ha fatto un tampone il 7 aprile!’”.

“Mia madre sul momento, tanto era disperata, è arrivata anche a chiedersi se il marito fosse davvero morto”, racconta Dionea. “Ci stupiamo anche del fatto che nessuno in tutto questo tempo si sia preoccupato di chiedere come stavano le oltre 10 persone della famiglia che si erano mese in auto quarantena, mentre hanno chiamato tre volte per chiederci come stesse papà che era morto da giorni...”.

La famiglia di Dionea ora non ha dubbi che l’uomo cremato il 3 aprile sia Giuliano anche perché, come racconta la donna, a riconoscere il corpo del defunto sarebbe stato il titolare delle pompe funebri, amico di famiglia da 30 anni. Restano però una serie di altre domande: “A chi è stato fatto quel tampone il 7 aprile? E se l’esito di quel tampone fosse positivo, il vero contagiato sarà stato avvertito?”. La donna è preoccupata per il futuro: “Ma come si fa a ripartire con la Fase 2 se fanno tamponi intestati a persone già decedute e magari non riescono a comunicare l’esito ai pazienti a cui li hanno fatti davvero?”

Iene.it ha provato più volte a mettersi in contatto con il centro tamponi che avrebbe effettuato queste chiamate, al momento senza successo. Continueremo a seguire la vicenda e se anche voi avete segnalazioni, potete sempre scriverci su redazioneiene@mediaset.it.

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