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Terremoto in Centro Italia: i fondi ci sono, ma nessuno li spende | VIDEO

Dal 24 agosto al 30 ottobre 2016 tre potentissime ondate sismiche devastano alcune zone del Centro Italia, tra cui Amatrice, uccidendo oltre 300 persone. A tre anni e mezzo dal terremoto dei 2 miliardi di euro di incentivi per la ricostruzione ne sono stati erogati appena 14 milioni. Un fallimento che già serpeggiava tra gli sfollati, incontrati da Giulio Golia a un mese dal sisma di Amatrice

Il 24 agosto 2016, alle ore 3:36 della notte, una scossa di magnitudo 6.0 colpisce il Centro Italia, con epicentro tra i comuni di Accumoli e di Arquata del Tronto. Tra il 26 e il 30 ottobre di quell’anno alcune potenti repliche investono l’area del confine umbro-marchigiano e poi la zona della provincia di Perugia, tra Norcia e Preci. In tutti i morti sono stati trecento, quasi 41.000 gli sfollati. 

La macchina dei soccorsi si mette in moto immediatamente. A distanza di quasi 4 anni il Corriere della Sera però traccia una fotografia impietosa della realtà: l’Unione europea ha stanziato 2 miliardi di euro per incentivi per la ricostruzione, ma a un anno dal sisma di quei soldi erano stati erogati appena 14.6 milioni di euro!

Uno scandalo, se si pensa poi che nello stesso periodo sono stati erogati ben 8 miliardi di euro di detrazioni per lavori di ristrutturazione, ma che non riguardano le zone terremotate del Centro Italia. È il flop della misura del “sisma bonus”, che nelle intenzioni del governo avrebbe dovuto aiutare un paese a fortissimo rischio sismico e con un patrimonio edilizio per la gran parte non a norma. 

Il risultato? La detrazione fiscale per interventi edilizi antisismici è stata per sua natura più abbordabile per chi aveva redditi alti, e tra l’altro questa misura non ha avuto neanche la dovuta pubblicità.  Un ultimo dato scoraggiante, raccontato ancora dal Corriere della Sera: la Cassa Depositi e Prestiti ha stanziato per le emergenze terremoto in Italia ben 13 miliardi di euro, ma a 3 anni da quel sisma  meno di un miliardo sé stato effettivamente speso.

Con Giulio Golia, nel servizio che vi riproponiamo qui sopra, avevamo camminato sulle macerie del terremoto nel Centro Italia, parlando con i terremotati a un mese dalla tragedia.

“Se siamo ancora vivi lo dobbiamo al cuore degli Italiani che non ci hanno mai abbandonato. Sulla mancanza dello Stato sarà la Storia e la coscienza di ognuno a condannare chi non ha fatto e poteva fare!”, aveva scritto su Facebook Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice ai tempi del terremoto.

Per le strade di quei borghi squartati dal sisma sono comparsi alcuni striscioni. “Il tempo passa, la ricostruzione è ferma e il paese muore”, si legge su uno di questi. Su altro invece il messaggio è lapidario: “2016-2019 terremotati dimenticati”.

Abbiamo accompagnato a Preta, a 4 chilometri da Amatrice, Bruno, 74enne che si è salvato dal terremoto scappando in auto a Roma. “Non so cosa troveremo là”, ci ha detto l’uomo, che non era ancora tornato a vedere la sua casa e il suo paese. “A colpo d’occhio credo di aver perso un centinaio di amici”.

Con lui e la sua famiglia, siamo andati anche ad Amatrice, il cui corso centrale era ormai un cumulo di macerie, con l’orologio del campanile rimasto fermo a quelle fatidiche 3.36, quando la scossa ha devastato la zona.

 

 

 

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