Trascina con l'auto e uccide un cane, una volontaria: “Non era un randagio, era suo?” | VIDEO
A Iene.it parlano i volontari dell’Oipa di Siracusa che per primi hanno soccorso il cane trascinato da un’auto nelle campagne di Priolo (Siracusa). Dalla loro versione dei fatti emergono particolari che se confermati darebbero una lettura ben diversa a questo episodio agghiacciante. Intanto il responsabile è stato denunciato per maltrattamenti e sevizie
“È morto dopo due ore di agonia. Anche se si fosse salvato gli avrebbero dovuto amputare tutte le zampe”. È il racconto di una delle volontarie dell’Oipa di Siracusa intervenuta per soccorrere il cane trascinato per chilometri da un’auto nelle campagne di Priolo (qui il video).
Dai racconti dei volontari che hanno contattato Iene.it emergono dettagli che se confermati, darebbero tutta un’altra lettura a questo episodio davvero agghiacciante. “Da quello che sappiamo sembra che un gruppo di ragazzi abbia subito notato il cane legato all’auto in corsa. Si sono sbracciati per fermarla e l’uomo alla guida avrebbe detto ‘meglio i miei nipoti che il cane’”, sostengono i volontari.
Che cosa avrà voluto dire il 69enne pronunciando queste parole? Nelle prime ore successive a questa tortura rimbalzata sui social con foto e video, è stato detto da più voci che il cane era un randagio. Ma la frase che sembra sia stata pronunciata dall’uomo poi denunciato per maltrattamenti dà un’altra versione. “Ci sono persone che avrebbero confermato che quel cane era suo da almeno 8 anni”, dicono i volontari dell’Organizzazione internazionale per la protezione degli animali.
Proprio loro sono arrivati per primi a soccorrere l’animale una volta che quell’auto infernale si è fermata. “Al nostro arrivo era ancora vivo, tanto che ha cercato di morderci per difendersi dallo spavento. Era legato con una catena da 3 chili al bocchettone dell’auto”, raccontano i volontari. “Difficile pensare che si possa portare a spasso un cane con quel peso al collo”. Dietro all’auto c’era una lunga scia di sangue, quello che la bestiola ha perso dalle zampe e dalla mandibola rotta in quella feroce giostra mortale durata almeno 3 minuti a folle velocità.
I volontari l’hanno slegato e adagiato a bordo strada in attesa dell’arrivo del veterinario. “Si vedevano tutte le ossa rotte delle zampe. Dopo due ore di agonia è morto tra le nostre braccia. Se fosse sopravvissuto, gliele avrebbero dovute amputare”, raccontano. Nel frattempo, il responsabile di quel gesto tanto crudele, quanto ingiustificato è stato identificato. L’uomo è un 69enne di Priolo che è stato convocato in caserma dai carabinieri. “Lo hanno denunciato per maltrattamenti e sevizie”, dicono i volontari. Tantissime associazioni e singoli cittadini si sono mobilitati nelle ultime ore per chiedere che sia fatta davvero giustizia.