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Università, il ministro Manfredi promette: “Rientro in sicurezza tra mascherine in aula e un'app per i corsi” | VIDEO

Il ministro per l’Università e la ricerca Gaetano Manfredi vuole rassicurare tutti sul rientro anche negli Atenei dopo quello a scuola. Lo fa in un’intervista video esclusiva di Giulia Innocenzi per Iene.it. Parlando dell’obbligo di mascherina in classe, dell’app per prenotare il posto in aula, di cosa succede in caso di test positivi, delle differenze tra Nord e Sud e di chi ha mancato il test d'ingresso per colpa del Covid o di chi vorrebbe il rimborso per la retta dell’anno scorso. E risponde anche alle domande che ci sono arrivate via social

“Bisogna misurare la temperatura a casa, in tutti gli Atenei ci sarà una turnazione nelle aule e nella maggior parte c’è un’app per prenotarsi per seguire le lezioni in presenza. E c’è l’obbligo di indossare sempre la mascherina, anche da seduti”. Il ministro dell’Università e ricerca Gaetano Manfredi vuole rassicurare tutti sul ritorno negli Atenei, dopo quello nelle scuole, in un’intervista video esclusiva di Giulia Innocenzi per Iene.it. Lo fa rispondendo anche alle domande che abbiamo raccolto dagli utenti via social.

Ministro Manfredi, durante il lockdown aveva lanciato l’allarme per una possibile diminuzione degli iscritti all’università fino al 20%. È successo?
“Dai dati che abbiamo ad oggi, parziali, non c’è un calo delle iscrizioni: le misure prese hanno funzionato e gli studenti hanno ancora fiducia nell’Università”.

È vero che molti studenti, per esempio al Sud, quest’anno hanno deciso di iscriversi nelle università vicino casa?
“Il dato preciso non lo abbiamo ancora. Al Nord non c’è un calo degli iscritti, ma c’è stata una maggiore persistenza nelle regioni d’origine: a Catania per esempio l’incremento delle iscrizioni è del 5%. Dobbiamo analizzare questi numeri”.

La disponibilità di stanze per studenti sarebbe più che raddoppiata, con picchi a Milano e Bologna. Il dato corrisponde anche a una diminuzione degli iscritti in queste città?
“Penso che, vista la possibilità di seguire le lezioni anche a distanza per il primo semestre, alcuni fuorisede abbiano pensato intanto di frequentare a distanza anche per paura del contagi e in attesa di capire l’evoluzione della situazione”.

Come si sono preparati gli Atenei per il nuovo semestre?
“Bisogna misurare la temperatura a casa, in tutti gli Atenei ci sarà una turnazione nelle aule e nella maggior parte c’è un’app per prenotarsi per seguire le lezioni in presenza. Così sarà possibile controllare quante persone saranno presenti e in caso di contagio avere una migliore definizione di chi era presente in aula. Ci sono percorsi di entrata e uscita differenziati, per gli Atenei che hanno già aperto i risultati per ora sono buoni. E c’è l’obbligo di indossare sempre la mascherina, anche da seduti”.

Ogni anno ci sono casi, penso a giurisprudenza a La Sapienza, di studenti ammassati per seguire la lezione. Come garantirete che gli assembramenti non avverranno?
“Con l’app, e da quello che abbiamo visto finora il numero di prenotazioni non supera la capienza disponibile. Molti preferiscono seguire le lezioni a distanza. Noi abbiamo preferito privilegiare la scelta dei ragazzi, sono adulti che sanno cosa devono fare e giustamente scelgono”.

Diversi aspiranti studenti in Medicina ci hanno scritto perché non hanno potuto partecipare al test d’ingresso in quanto positivi al coronavirus, addirittura alcuni in attesa dell’esito del test. Sono condannati a perdere l’anno?
“Da quello che sappiamo si parla di circa quaranta persone. Abbiamo chiesto al dipartimento della Funzione pubblica se si poteva immaginare una prova di recupero, ma il tema è la disparità di trattamento con gli altri studenti. Questi quaranta sono studenti malati, pur in un contesto particolare come quello della pandemia, e le norme nazionali prevedono che quando c’è un concorso la persona malata perde il concorso e non può recuperarlo, come è sempre successo. Non possono essere trattati in maniera diversa dagli altri ammalati che non partecipano a un concorso e quindi far recuperare loro la prova creerebbe una disparità. Al momento non abbiamo avuto l’autorizzazione a fare la prova suppletiva, se le cose in futuro cambieranno saremo più che disponibili. Quindi sì, perderanno l’anno”.

Mi immagino il povero studente che magari per un ritardo dell’Asl nel dare l’esito del tampone ha perso questa possibilità…
“Lo capisco anche io, parlando con buonsenso anche io mi sarei arrabbiato. Ma penso anche allo studente che, quando non c’era la pandemia, non ha potuto prendere un treno perché non è partito o è scivolato dalle scale, nessuno gli ha dato una prova suppletiva”.

L’Erasmus, che permette a migliaia di studenti di frequentare l’università in un altro paese europeo, quest’anno sarà praticabile?
“Sì, si potrà fare. Abbiamo concordato con l’Unione europea un Erasmus che si potrà fare tutto l’anno, mentre prima era per un semestre, per dare maggiore flessibilità agli studenti. Sarà possibile fare una parte in presenza e una a distanza, qualora ci siano problemi nei paesi di destinazione. Una parte in presenza però ci deve essere sempre, su questo ho insistito molto”.

Gli stage sono molto diminuiti. È possibile fare qualcosa dato che sono un ottimo passo per entrare nel mondo del lavoro?
Stiamo stimolando le aziende affinché gli stage possano riprendere man mano che si ritornerà a lavorare in presenza. Abbiamo dato disposizione che non ci siano limiti temporali in modo da non perdere gli stage e far danno ai ragazzi”. 

L’Italia è il terzo paese al mondo per disallineamento tra le discipline di studio scelte dai giovani e le esigenze del mercato del lavoro. Cioè molti nostri giovani si laureano in materie “inutili” per trovare lavoro. State facendo qualcosa in tal senso? 
Non penso ci siano delle lauree inutili. Lavoreremo insieme alle università delle Scienze umane e sociali perché cambino allargando le competenze anche nel digitale e nelle nuove tecnologie. Chi segue questi percorsi non deve pensare solo agli studi classici ma a un mondo che sta cambiando velocemente in cui dobbiamo mettere a disposizione il sapere più antico e le nuove tecnologie”. 

E ora ecco le domande di chi ci ha scritto via social. Partiamo da Silvia da Facebook che punta proprio sul lavoro: “Cosa pensa di fare per migliorare il passaggio dall’università al lavoro in un momento di così grave crisi dell'occupazione giovanile?”
“Le imprese hanno ripreso ad assumere i profili più richiesti soprattutto nelle aree più scientifiche e tecnologiche. Adesso ci sono molti concorsi nella scuola e nel pubblico impiego. Cercheremo di favorire l’assunzione di giovani. Sto spingendo per fare delle lauree abilitanti proprio in modo che ci si possa laureare e fare l’esame di stato riducendo tempi di attesa”. 

Noemi da Instagram: “Perché quest’estate si poteva andare al ristorante e al bar e non in biblioteca o all’università?”
“La maggior parte delle università ha aperto anche le biblioteche seppur con posti contingentati per via del distanziamento. Dal 1° settembre sono tutte aperte assieme alle aule studio e tutti i luoghi di incontro”. 

Luigi via Facebook: “Pensate a un rimborso parziale delle tasse per il periodo di lockdown, visto che non abbiamo potuto usufruire di molti servizi?”
“Dipende dalle università. Il servizio principale che è stato la didattica, gli esami e le lauree sono stati garantiti. Infatti abbiamo avuto più laureati e più esami sostenuti rispetto all’anno scorso. Ora con il governo abbiamo fatto un intervento importante per il nuovo anno: più del 50% degli studenti italiani non pagherà le tasse o ne pagherà di meno”. 
 
Sofia da Instagram: “Come funzionerà il protocollo in caso di positività di uno studente? Si rischia che tutto il corso venga fermato?”
“Dopo che la persona viene accertata come positiva si fa il tracciamento dei contatti diretti anche grazie all’app Immuni. Poi sarà l’Asl a stabilire se ci deve essere una sospensione completa del corso o delle persone vicine. Garantendo la didattica in presenza: qualora dovesse essere sospesa, si potrà seguire a distanza. Ci saranno disagi, ma compatibili con la pandemia”.

“A tutti i ragazzi un grande in bocca al lupo da parte mia”, conclude il ministro Manfredi. “Non abbiate preoccupazione perché ognuno di noi qualche guaio l’ha sempre passato. A voi è capitata la pandemia e penso che voi siete molto più forti di lei e da questo problema costruiremo un sacco di opportunità! Non sarete soli, noi vi saremo vicini e cercheremo di ascoltare tutti i vostri desideri”. 

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