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Valeria e quella dose killer di chemio: morire per un errore dei medici | VIDEO

Valeria aveva 34 anni e un figlio di pochi mesi. Una dose sbagliata di farmaco ne ha causato la morte e adesso i medici sono a processo: l’incubo della prescrizione si avvicina. “La cosa che fa più male è vedere questi signori non assumersi la propria responsabilità”, dice il marito a Ismaele La Vardera

“Si stava distruggendo, si stava bruciando da dentro mia moglie”. “Scappai da là dentro, comincia a urlare e dire ‘me l’hanno ammazzata’”. “Questi signori, quando si guardano allo specchio la mattina, dovrebbero vedere il volto di mia nipote”. Sono queste le parole angoscianti degli amici e familiari di Valeria, una donna di 34 anni, madre un bimbo di pochi mesi, morta il 29 dicembre del 2011. Valeria se n’è andata dopo aver ricevuto una dose di farmaco 10 volte superiore a quella che avrebbe dovuto ricevere. Uno zero in più scritto su un foglio di carta. “Un errore così evidente, una cosa così madornale, ma come fanno?” si chiede disperata la zia di Valeria.

La storia di Valeria è questa: otto anni fa le venne diagnosticato un tumore alla spalla, che aveva però buona possibilità di guarigione. “Doveva fare solo poche sedute di chemio”, ricorda la madre. E sembra che quelle poche sedute avessero sortito ottimi risultati. All’ultima somministrazione, però, qualcosa va storto: una dose di farmaco da 9 milligrammi è stata riportata come 90 milligrammi.

“Quella dose avrebbe ucciso un pachiderma di 300 kg: mia figlia pesava 54 kg”, ci dice la madre.  Secondo il racconto dei parenti, una infermiera si sarebbe resa conto dell’errore perché non disponeva di tutta quella quantità del farmaco e si sarebbe messa in contatto con una dottoressa – adesso a processo – che avrebbe però confermato la dose da somministrare.

Sempre stando al racconto dei familiari, appena inizia la somministrazione del farmaco Valeria si sarebbe accorta che qualcosa non andava: un bruciore intenso al braccio, tanto che avrebbe chiesto aiuto all’infermiera. I medici però nemmeno qui avrebbero compreso che c’era qualcosa che non stava funzionando a dovere. Valeria riceve così tutta la dose e lascia l’ospedale, per sentirsi male poco dopo. I familiari subito pensano ai normali effetti collaterali della chemio, ma la situazione precipita in fretta.

Valeria viene ricoverata in ospedale ma, secondo il racconto dei familiari, venne trattata per una semplice gastroenterite. La giovane peggiora e, dopo la scoperta dell’errore, viene trasferita in un altro ospedale: lì muore il 29 dicembre. “Sono stati 22 giorni di agonia”, ci dice il marito. “Nostro figlio sa che sua madre è diventata un angelo, le cose che si possono dire ai bimbi”.  “Si davano la colpa l’un l’altro”, racconta ancora il marito parlando dei medici che avevano in cura la moglie e che per quanto accaduto in quei giorni sono finiti a processo. "Noi vogliamo giustizia", dice la zia.

A oltre otto anni da questi tragici eventi, il processo a carico dei medici che avevano in cura Valeria rischia di finire con la prescrizione: per questa ragione la famiglia ha deciso di esporsi pubblicamente raccontando questa storia. Il nostro Ismaele La Vardera è andato a parlare con i tre medici coinvolti: per vedere quello che hanno detto, guardate il video in testa a questo articolo.

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