L'aggressione a Le Iene mentre indaghiamo sulle sale da gioco illegali durante la pandemia | VIDEO
Arriva fino in Parlamento il caso del gioco illegale che prolifera con la chiusura da ottobre delle sale legali per la pandemia di cui vi abbiamo appena parlato in onda nel servizio di Antonino Monteleone e Marco Occhipinti. Con la solidarietà a Le Iene per l’aggressione subita in una sala slot illegale, che abbiamo scoperto nel quartiere di Agnano a Napoli, e con la protesta di un settore che conta 150mila dipendenti oggi davanti a Montecitorio
Arriva fino in Parlamento il caso del gioco illegale e dell’aggressione subita da Antonino Monteleone e dal nostro operatore che avevano scoperto un sala slot clandestina che trovate nel servizio qui sopra andato in onda ieri, 30 marzo. Il deputato Pd Paolo Lattanzio esprime "piena solidarietà al giornalista della trasmissione televisiva Le Iene, Antonino Monteleone, aggredito barbaramente dal gestore di una sala slot illegale ad Agnano nell'area di Napoli”. Non solo, per la seconda volta in poche settimane, la protesta contro il dilagare del gioco illegale e contro le chiusure, di nuovo in vigore da ottobre, arriva oggi proprio davanti a Montecitorio dove lavoratori e imprese chiederanno la riapertura del comparto.
Monteleone e il suo operatore sono stati aggrediti ad Agnano, quartiere periferico di Napoli, dopo aver scoperto una sala slot clandestina in piena zona arancione, all’interno di un ristorante chiuso per misure anti Covid. Ecco tutto quello è successo: il bar è aperto e la sala slot interna sono apparentemente vuote, si vedono anche due macchinette spente. L’inviato chiede al gestore se può giocare ma gli rispondono che le macchinette sono spente da un anno.
Guardandosi intorno nota però una macchinetta illuminata in mezzo alla sala, è una di quelle cambia soldi che serve proprio per giocare alle slot. Ma se queste ultime sono davvero tutte spente, a cosa servirà mai la macchinetta cambia soldi accesa? si chiede Monteleone. Qualche istante dopo nota un movimento strano vicino ad una porticina che sembrerebbe essere l’ingresso alla zona ristorante che però è chiuso, quindi, per capire cosa accade al suo interno, decide di entrare. Lì scopre la sala illegale: una decina di macchinette illegali in funzione con relativi giocatori in azione. Poco dopo è il momento dell’aggressione con schiaffi, spintoni, minacce e una caccia all’inviato e al suo operatore, che alla fine è riuscita nell’intento di mandare via i due intrusi da quell’isola di illegalità.
Il tutto per aver provato a capire quanto sia fondato il grido d’allarme lanciato da migliaia di lavoratori di un settore che è stato messo in ginocchio dalla pandemia e la cui crisi potrebbe riguardare non solo le centinaia di migliaia di famiglie colpite dalla chiusura protratta nel tempo. Almeno 150mila dipendenti sono senza lavoro nonostante le precauzioni prese dai gestori per adeguare le attività. Gli unici esercizi che possono restare aperti in zona arancione sono gli Internet point e i punti vendita di ricariche dove non si può giocare in presenza, oltre che da casa aprendo dei conti online.
Nel servizio i manifestanti lamentavano il fatto di essere rimasti sempre chiusi da ottobre, nonostante tutte le misure di prevenzione adottate come l’obbligo di indossare la mascherina, la sanificazione e il distanziamento tra le macchinette e che la mancata riapertura di questi esercizi non avrebbe colpito solo le casse di chi ci lavora. Aver bloccato il gioco legale - senza voler né promuovere il gioco d’azzardo né sottovalutare problemi come la ludopatia - come sostenuto anche dal giornalista e conduttore tv Nicola Porro assieme a politici di tutti gli schieramenti, finirebbe quindi per favorire le bische clandestine gestite dalle mafie.
Anche il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho sottolinea il rischio del proliferare del gioco illegale e dichiara: “Giocare attraverso percorsi illegali è totalmente da sconsigliare. perché così si sovvenziona la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta”.