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Assenteista seriale: 15 anni di stipendio senza presentarsi mai a lavoro? | VIDEO

“Nessuno sapeva chi fosse perché non aveva timbrato neppure una volta. Veniva pagato solo sul fatto di essere dipendente”, ci ha spiegato il nuovo commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera di Catanzaro a proposito di Salvatore Scumace che, secondo le indagini della Guardia di Finanza, si sarebbe intascato 15 anni di stipendio senza lavorare un solo giorno

Siamo riusciti a incontrare un personaggio che è stato tra i più ricercati dai media di mezza Europa. Stiamo parlando di Salvatore Scumace che,  secondo le indagini della Guardia di Finanza, si sarebbe intascato 15 anni di stipendio senza lavorare un solo giorno, senza presentarsi mai a lavoro. La vicenda ha luogo in un ospedale di Catanzaro, in Calabria, dove c’erano dipendenti che arrivavano, timbravano e invece di andare a lavoro facevano altro: chi se la spassava alle macchinette di videopoker, chi andava a farsi due passi. E poi c’erano anche gli altruisti che timbravano e timbravano e timbravano… per altri colleghi che non si presentavano a lavoro. Ma è roba da pivelli se paragonata all’impresa di Scumace.

Antonino Monteleone incontra l’avvocato Francesco Procopio, il nuovo commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera di Catanzaro, con cui cerchiamo di ricostruire la storia di Scumace che sulla carta faceva parte id un ufficio con una funzione molto importante. “Un gruppo di persone che sta in ospedale e si occupa della prevenzione degli incendi”, spiega l’avvocato. È il 2005: “Scumace non ci va mai, tanto è vero che non risulta inserito nei turni di servizio”, continua l’avvocato. Ma come fa a sfuggire a quei turni? “Nessuno sapeva chi fosse perché non aveva timbrato neppure una volta, il sistema non l’ha mai agganciato. Veniva pagato solo sul fatto di essere dipendente”. Così Scumace comincia a portarsi a casa ogni mese uno stipendio.

I mesi passano e diventano anni. Ma quella strana matricola invisibile a un certo punto desta dei sospetti. “Ci sono state segnalazioni da parte del responsabile”, racconta l’avvocato. Ma, secondo quanto emerge dalle indagini, sarebbe accaduta una cosa gravissima. Dopo aver fatto le segnalazioni, la responsabile dell’ufficio di Scumace “viene avvicinata da un soggetto diverso che gli dice di lasciar perdere, che potrebbero esserci dei problemi”, racconta l’avvocato. Dopo questo evento, Scumace torna nell’oblio. E in 15 anni di stipendio il bottino, secondo le indagini, avrebbe superato i 500mila euro.

Poi però arriva il peccato di gola, quando l’azienda ospedaliera stava distribuendo i premi di produzione per alcuni dipendenti. “Lui si presenta in azienda a protestare perché non ha ricevuto il premio di produttività”, racconta l’avvocato. L’ospedale fa un incrocio dei dati e scopre l’inghippo.

Ma come è possibile che i vari dirigenti per tanti anni non si siano accorti di nulla? Monteleone va a parlare con chi, secondo le indagini, avrebbe delle responsabilità. E siamo andati anche da Scumace per chiedergli come abbia fatto.

Qualche giorno fa Scumace ha presentato una memoria difensiva alla Procura dove ci sarebbe del materiale in grado di offrire una nuova chiave di lettura dei fatti. Così la Iena prova a parlare con i suoi avvocati. 

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