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Baby killer di Monza: “Veniva al Sert con me e tirava sempre fuori la droga” | VIDEO

Avrebbero ricevuto denaro per l’omicidio di Monza. Emergono dettagli che se confermati renderebbero ancora più inquietanti le circostanze in cui è morto Cristian Sebastiano. Giulio Golia aveva incontrato il papà della vittima e altre persone molto vicine ai due minorenni accusati di questo omicidio 

Diceva ‘ahia ahia’, e poi ‘va bene te la do (la droga, ndr)’, sto morendo, sono morto”. Per uno dei due baby killer di Monza sarebbero state queste le ultime parole di Cristian Sebastiano. L’uomo con precedenti di tossicodipendenza e spaccio di droga è stato ucciso il 29 novembre nella periferia monzese. Giulio Golia ha incontrato il padre della vittima e alcune persone vicine ai due baby killer che hanno confessato il loro coinvolgimento nell’omicidio come potete vedere nel servizio qui sopra. 

Dagli interrogatori emergono dettagli che, se confermati, renderebbero questa vicenda ancora più inquietante. I due minorenni di 14 e 15 anni avrebbero ricevuto denaro per uccidere. Poche settimane fa è stato arrestato il presunto mandante che verrà sentito in queste ore dalla procura di Monza che intende disporre consulenze tecniche sulle intercettazioni telefoniche e ambientali. Intanto la difesa ha chiesto la sua scarcerazione. 

“Sono tossicodipendente, lui veniva al Sert con me, facevamo la stessa strada e lui tirava sempre fuori la droga. Mi ha rovinato la vita”. È quanto avrebbe riferito durante un interrogatorio il 14enne coinvolto in questa vicenda in cui vengono a galla omertà, tossicodipendenza e disagio sociale alle porte della ricca Brianza

Il ragazzino avrebbe riferito anche degli istanti precedenti all’omicidio. Avrebbe parlato del ruolo del suo complice di un anno più grande. “Gli ho detto (al 15enne, ndr) che prendevamo il coltello, andavamo là e lo rapinavamo. Lui l’ha fermato col braccio mentre scappava, l’abbiamo ributtato dentro Cristian sotto i portici”. Per fare questo avrebbero ricevuto duemila euro come ricompensa. Un dettaglio che emerge da un’altra testimonianza: “Mio figlio ha raccontato che uno dei due ragazzini arrestati gli aveva chiesto di partecipare all’omicidio”, ha raccontato pochi giorni dopo la tragedia una mamma agli inquirenti. “Il delitto gli era stato commissionato in cambio di duemila euro, lo hanno fatto per soldi”. .

“Chiamavano mio figlio in continuazione e lui rispondeva con tono deciso di lasciarlo stare”, racconta il papà della vittima a Giulio Golia. Ci parla di un appartamento dove suo figlio e i due ragazzini sarebbero andati a prendere droga. “Non sappiamo niente perché lo hanno ammazzato”, ci dicono e non sanno se usavano stupefacenti. “Quando venivano qua non erano sballati, poi non sappiamo che cosa facciano fuori”.

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