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Storia di Barbara: dal volto rovinato al chirurgo che non la risarcisce | VIDEO

Barbara, presa con la forza dal fidanzato, ha contratto l’Aids nel 1989. L’Azt, usato al tempo per l’Hiv, le ha danneggiato il volto. Si è rivolta a un chirurgo plastico: le aveva promesso di riparare i danni con un materiale, che invece le ha aperto le porte di un nuovo inferno. Veronica Ruggeri è andata fino a Lugano dal dottor Carmelo Protopapa a chiedere perché non la risarcisce, come stabilito dalla giustizia italiana. Mentre ora le speranze si concentrano nell’intervento di un avvocato

Con Veronica Ruggeri vi parliamo di chirurgia plastica, non quella usata semplicemente per diventare più belli ma del suo ruolo nell’eliminare i segni deturpanti che può lasciare una malattia.

Vi raccontiamo la storia di Barbara. Era riuscita a conquistare l’uomo dei suoi sogni, che si rivela però “un diavolo” e che nel 1988 le trasmette l’Aids dopo averla presa con la forza. Barbara prende uno dei farmaci usati al tempo, l’Azt, che può provocare la lipodistrofia, un’errata distribuzione del grasso corporeo. È quella che vedete nel suo volto scavato. Viene emarginata, per questo nel 2002 si rivolge a un chirurgo plastico, Carmelo Protopapa, che le propone di usare un materiale “riempitivo” di sua invenzione da iniettare.

Si tratta un materiale non riassorbibile che può provocare forti reazioni da parte del nostro organismo arrivando fino a poter lasciare cicatrici deturpanti. È quello che succede a Barbara, che sta malissimo, ma il materiale non può ormai essere tolto. Le reazioni del sistema immunitario per la donna si ripetono purtroppo ogni due, tre mesi da dieci anni facendola finire ogni volta in ospedale.

Il chirurgo è stato condannato in via definitiva a pagarle un risarcimento di 240mila euro ma Barbara non ha ancora visto un centesimo. Protopapa avrbbe fatto perdere le sue tracce. Si è trasferito in Svizzera, dove vive in una villa con vista sul lago di Lugano e guida una Porsche. Veronica Ruggeri lo incontra nel suo ufficio elegantissimo dove continua il suo lavoro. Lui si difende, dice che i problemi di Barbara non sono colpa sua e parla di “un’infezione imprevedibile”.

E il risarcimento deciso dalla giustizia italiana? Protopapa contesta la sentenza, sostiene di non essersi potuto difendere. E aggiunge di non poter risarcire Barbara: “Quei soldi non ce li ho”. Quattro anni fa però ci dice di aver vinto una causa perché truffato con un risarcimento di 480mila franchi svizzeri (circa 435mila euro). Allora poteva risarcire la donna ed era stato già condannato: “Non sapevo che Barbara stesse in queste condizioni, te lo giuro”. Quando potrà risarcirà, promette.

Tutto questo accadeva più di un anno fa. Da lui non è arrivato nemmeno un euro, abbiamo aiutato Barbara a prendersi un avvocato per far sequestrare i beni del chirurgo.

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