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Beppe Grillo, il video sull'accusa al figlio di stupro e il commento di Casalino | VIDEO

Pochi giorni fa Beppe Grillo, il fondatore del Movimento 5 Stelle, ha pubblicato un video per difendere il figlio accusato di stupro. Le sue parole hanno suscitato grandi polemiche, e fonti M5S avanzano il sospetto che il fondatore abbia potuto subire delle pressioni e dei condizionamenti legati alla situazione. Roberta Rei e Marco Occhipinti sono andati a parlarne con Rocco Casalino, ex portavoce del Movimento: ecco che cosa ci ha detto

Qualche giorno fa Beppe Grillo, il fondatore del Movimento 5 Stelle, ha pubblicato un video per difendere il figlio. Per chi non lo sapesse Ciro Grillo è attualmente indagato insieme a 3 amici per stupro nei confronti di una ragazza di 19 anni: sarebbe avvenuto quasi due anni fa nella casa del comico genovese in Costa Smeralda. Di questo caso ci parlano Roberta Rei e Marco Occhipinti.

“Mi hanno stuprata tutti”, ha denunciato una ragazza italo-svedese di 19 anni che era in vacanza in Sardegna con un amico. Il figlio di Grillo e i suoi amici però si dichiarano innocenti e pochi giorni fa è intervenuto il fondatore del Movimento 5 Stelle: “Perché vi siete resi conto che non è vero niente che c’è stato lo stupro, non c’è stato niente. Perché una persona che viene stuprata la mattina al pomeriggio va in kitesurf e dopo 8 giorni fa la denuncia, vi è sembrato strano. Beh, vi è sembrato strano, è strano”, ha detto Grillo nel suo video.

“C’è tutto il video passaggio per passaggio e si vede che c’è la consenzietità si vede che c’è il gruppo che ride, che sono ragazzi di 19 anni che si stanno divertendo, che sono in mutande, che sono in mutande e saltellano con il pisello così perché sono quattro co**ioni non quattro stupratori. E io sono stufo che sono due anni, e se dovete arrestare mio figlio perché non ha fatto niente allora arrestate anche me perché ci vado io in galera”, ha aggiunto Grillo.

Le parole forti e inaspettato di Beppe Grillo hanno suscitato fortissime polemiche nel mondo politico e nella società civile. In pochi hanno difeso l’entrata a gamba tesa del fondatore del M5S. Tra questi la sottosegretaria alla Giustizia pentastellata e l’ex ministro Danilo Toninelli. “Vada a parlare con la Bongiorno che è senatrice della Lega che difende che difende i genitori, secondo lei non c’è quantomeno un senso di schifosa inopportunità in tutto questo?”, ha detto l’ex titolare del dicastero alle Infrastrutture e trasporti.

Insomma, si attacca l’appartenenza politica dell’avvocato della ragazza che denuncia di esser stata stuprata. Proprio la senatrice leghista ha commentato così le parole di Beppe Grillo: “Venti, trenta anni fa quando difendevo le vittime, gli avvocati cercavano sempre sistematicamente di dire ‘qualsiasi cosa succede la vittima in realtà è imputata perché un po’ se l’è cercata un po’ se l’è voluta’, e a me questo fa paura, non si ribaltano i ruoli, noi non ci stiamo”.

La strategia degli avvocati degli imputati nei processi per violenza sessuale ricordata dall’avvocato Bongiorno viene ben raccontata da Gian Antonio Stella, che sul Corriere della Sera ricorda il film “Un processo per stupro”. Lo storico documentario di 40 anni fa mostra come sono sempre messe sotto accusa le donne che hanno subito violenza. Il film è stato trasmesso solo due volte per motivi legali, prima di sparire per sempre da ogni palinsesto tv.

Nel 1978 una ragazzi di 18 anni trova il coraggio di denunciare i suoi aggressori ed ecco le parole della madre di uno dei quattro imputati per quella violenza: “Quello è mio figlio, se no sa quanto me ne fregava a me. E non ha fatto niente di male, non l’ha ammazzata sta ragazza. C’è andato a divertirsi, certo che piaceva pure a lei andare a divertirsi, se no non c’andava con mio figlio. Mio figlio, che aveva moglie e un figlio e lei lo sapeva…”. Questo era il clima nel 1978.

Nel suo video Beppe Grillo dice: “Si vede che c’è la consenzientità si vede che c’è il gruppo che ride che sono ragazzi di 19 anni che si stanno divertendo, che sono in mutande, con il pisello così perché sono quattro coglioni non quattro stupratori”.

Nel 1978, ecco come si difendevano gli imputati di stupro: “Non c’è niente, c’ha solo rovinato e basta, ci sta rovinando non capisco manco il motivo insomma”, dice uno. “È una ragazza seria lei che esce alle 4 di notte con due uomini, entra in macchina, è lei la ragazza seria?”, aggiunge un altro. Si cerca insomma di spostare l’attenzione sui comportamenti della vittima.

Beppe Grillo nel suo video dice: ”Non è vero niente che c’è stato lo stupro, non c’è stato niente. Perché una persona che viene stuprata la mattina al pomeriggio va in kitesurf e dopo 8 giorni fa la denuncia, vi è sembrato strano”.

Fa un certo effetto ascoltare le parole dell’avvocato di uno degli imputati in quel processo del 1978: “Tutte le donne sono puttane, tranne mia moglie mia sorella e mia mamma. Signori una violenza carnale con fellatio può essere interrotta con un morsetto, passa immediatamente la voglia a chiunque di continuare, e l’atto è incompatibile con l’ipotesi della violenza” sostiene questo legale. “Tutti e quattro avrebbero incautamente abbandonato nella bocca della loro vittima il membro, il possesso è stato esercitato dalla femmina sui maschi, è lei la parte attiva sono loro passivi, inermi, abbandonati nelle fauci avide di costei. Ma la signorina si fa praticare il cunnilingus! Quindi che cosa è il cunnilingus? Tende al piacere della femmina. E chi la pratica? Il violentatore?”. 

E purtroppo il peggio deve ancora arrivare: “Avete voluto la parità di diritti? Avete cominciato a scimmiottare l’uomo, voi portavate la veste perché avete voluto mettere i pantaloni? Avete cominciato con il dire perché io alle 9 di sera debbo stare a casa e allora purtroppo ognuna raccoglie i frutti che ha seminato. Se questa ragazza si fosse stata a casa, non si sarebbe verificato niente”.

Restano indimenticabili, per fortuna in positivo, le parole di risposta di Tina Lagostena Bassi, la celebre avvocatessa della ragazza: “Io mi chiedo perché, se l’oggetto del reato è una donna in carne ed ossa, perché ci si permette di fare un processo alla ragazza. La vera imputata è la donna, se si fa così è solidarietà maschilista perché solo se la donna viene trasformata in un’imputata, solo così si ottiene che non si facciano denunce per violenza carnale. Secondo me è umiliare una donna venire qui a dire non è né una puttana né niente: una donna ha diritto di essere quello che vuole e senza bisogno di difensori”.

Parole che avrebbero dovuto insegnare molto, ma torniamo al caso a noi contemporaneo. Ovviamente solo la giustizia potrà stabilire se si tratta davvero di uno stupro oppure no. Resta una domanda: perché all’improvviso Grillo se n’è uscito con un video che ha suscitato così tante critiche? Una fonte autorevole all’interno del M5S ci ha confidato il sospetto che il fondatore abbia potuto subire delle pressioni e dei condizionamenti legati alla situazione del figlio. C’è chi pone l’attenzione sui tempi così lunghi delle indagini - circa un anno e nove mesi - e su cosa sarebbe successo nel frattempo nel mondo della politica italiana.

È il caso del famoso giornalista Paolo Mieli, che ospite a Cartabianca su Rai3 dice: “La cosa strana ripeto, è che la cosa arriva un anno e mezzo dopo, durante i quali lui prima è stato decisivo per fare il governo Conte Bis, quell’estate stessa, e poi il Governo Draghi”. E Mieli aggiunge: “Dico che qualcuno l’ha indotto a credere che comportandosi bene la cosa non sarebbe mai arrivata davanti a un giudice”.

Beppe Grillo nell’ultimo anno e nove mesi si è davvero sentito condizionato da questa tragedia familiare come ipotizzato da qualcuno? Roberta Rei è andato a chiedere queste cose direttamente a Rocco Casalino, l’ex portavoce storico del Movimento 5 Stelle

La Iena ribatte che fonti del Movimento ci hanno detto che in realtà ci sarebbero state delle pressioni/rassicurazioni, a te risulta? Perché questo video è uscito adesso? “No, no. Credo davvero che le ragioni siano da comprendere nell’istinto naturale di un padre nel voler proteggere il proprio figlio. Non credo in nessun’altra dietrologia”.

Un anno e nove mesi sono tanti, quindi avrebbero lasciato intendere probabilmente una rassicurazione per cui poi c’è stato questo exploit di rabbia: “Io onestamente non ho elementi per poter sostenere questa tesi”. 

Perché non l’ha fatto prima allora? “Forse vedere quel video gli ha provocato una reazione d’istinto, e il risultato è stato quello. Sottolineo il fatto che, ovviamente, non condivido le cose dette. Io non avrei detto quelle cose”. Cos’è che ha sbagliato, secondo te? “Voi volete farmi entrare dentro, eh?”. Però è giusto che si commenti questa cosa, perché dire ‘il ruggito ferito di un padre’… però non è giustificabile questo ruggito: “Ragazzi, io non vorrei fare l’intervista. Mi fate mangiare un panino?”.

In cosa ha sbagliato Grillo? Anche nei confronti di questa presunta vittima si crea  un dibattito spiacevole… “Beh, il Movimento ha preso una posizione chiara, differenziandosi dalle esternazioni di Grillo, specialmente sul tema delle donne, anche sul tema della giustizia, sull’indipendenza della magistratura”, ribatte Casalino. 

Ma non c’è stato un accenno alla ragazza, umanamente: “Io non avrei fatto così. Ragazzi dovete anche capire che succede a qualsiasi essere umano di essere coinvolto sentimentalmente da una vicenda e in quel momento si può perdere diciamo in razionalità. Se lo vedi quel video si vede che non è razionale”.

Visto che non ci hai parlato con Beppe, cosa gli vuoi dire? “Eh forza, perché immagino sia un momento difficile quindi gli faccio un grandissimo in bocca al lupo e… e basta!” lo facciamo anche alla ragazza? “Assolutamente!”. In questa storia orribile, al di là di quello che ne sarà... “Assolutamente, il vero dramma è questo no? Tutte le parti, stanno soffrendo tutti in questa situazione…”.  

Le donne che denunciano poi durante il processo diventano imputate, cioè questa colpevolizzazione delle vittime, cosa ne pensi? “Allora, credo effettivamente che ci sia una visione maschilista in casi come questo per cui spesso si cerca di dare la colpa alle donne, e questa è una cosa che va superata. Quello era un video in un momento particolare, lo prenderei come un momento di difficoltà”. Il danno è fatto però…  “Eh lo so, succede, però succede quando ti fai travolgere dalle emozioni”. Un discorso del genere porta al classico meccanismo di colpevolizzazione della vittima soprattutto donna … “Ma questo è un errore, lui avrà modo di chiarirsi secondo me”.

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