Bitcoin: cosa sono, come funzionano, i rischi e chi si arricchisce (tanto) | VIDEO
Torniamo a parlarvi di Bitcoin con Matteo Viviani tre anni dopo il primo servizio. Torniamo anche a Rovereto, in Trentino, dove la criptovaluta si può usare nei negozi. E vi raccontiamo soprattutto i vertiginosi aumenti di valore della moneta virtuale, anche come investimento rifugia durante la crisi da pandemia, i rischi che si possono correre e chi si arricchisce, a volte tantissimo
Avere 8 milioni di euro in due “aggeggini” e allo stesso tempo non averli. Matteo Viviani parte da questo paradosso di una donna per tornare a parlarci dopo tre anni di Bitcoin.
La criptovaluta digitale esiste solo come moneta digitale e il suo valore è determinato dalla legge della domanda e dell’offerta. La domanda continua ad aumentare, assieme così al prezzo. Con un dato inalterabile: l’emissione arriverà a 21 milioni di Bitcoin circa nel 2140, dopo saranno finiti.
Non possono quindi essere stampati a volontà ma sono una risorsa comunque limitata, come l’oro. E come l’oro, in quanto bene rifugio, hanno visto il valore crescere ancora di più in un momento di crisi come questo della pandemia. I trend sono comunque da tempo in grande ascesa: siamo passati dagli 8.000 dollari del 15 aprile 2018 ai quasi 60.000 di oggi per un Bitcoin.
In America sono entrati nei salotti finanziari che contano con investimenti da parte di colossi economici, come nel caso recente e famoso di Elon Musk e Tesla, il big delle auto elettriche, che due mesi fa ha annunciato l’acquisto di Bitcoin per 1,5 miliardi di dollari. L’esperimento potrebbe ancora fallire, certo, però la crescita resta vertiginosa.
Torniamo tre anni dopo a Rovereto, nella “Bitcoin valley” del Trentino: qui in molti negozi si può pagare anche in criptovaluta. Questo esperimento ha già avuto successo, con cambi quasi quintuplicati di chi li ha messi da parte. C’è anche chi come Nicolas, argentino, ha fatto scelto di usare solo Bitcoin, trasferendosi appunto a Rovereto. Si tratta però più di uno strumento di investimento, altamente speculativo, che di una moneta in grado di circolare per acquisti e vendite normali visti i veloci, continui forti cambi di quotazione.
Ci sono ovunque storie di ogni tipo: Martino nel 2013 ha perso i suoi 50 Bitcoin comprati con 650 euro (oggi varrebbero due milioni e mezzo!) su un sito che è semplicemente “sparito”. È per evitare questo che si usano gli “wallet”, i portafogli che contengono le proprie criptovalute protetti da molte password, a volte in “aggeggini” simili a chiavette usb. Come quelli della giovane donna di Brindisi da cui siamo partiti.
Un anno fa ha perso il marito in un incidente stradale. Era un appassionato di Bitcoin, che custodiva in quegli “aggeggini” che ci mostra, protetti appunto da una serie di password. Non le ha lasciate scritte, dentro ci sono oggi otto milioni di euro, partendo da un investimento iniziale di 500 euro. Sta cercando di recuperarle. Oppure c’è Andrea, idraulico. Un amico lo chiama e gli dice: “Svegliati, compra almeno qualche Bitcoin!”. Ci investe 6-7mila euro, diventati 24.500 e custoditi in un buon wallet. Un giorno ha visto sparire tutto, qualcuno glieli ha portati via. Come? Andrea aveva scaricato sul telefonino un’app prodotta da dei criminali che clona password e arriva agli wallet.
Attenzione quindi: studiate tutto prima. L’esplodere futuro di una bolla speculativa è tra l’altro sempre possibile, anche se per ora i valori nel tempo continuano a crescere, tantissimo.