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Il coronavirus spinge gli italiani lontani dalle grandi città | INFOGRAFICA

La pandemia ha acuito un fenomeno in corso da qualche anno: gli italiani stanno lasciando le grandi città. Negli ultimi cinque anni le città metropolitane hanno perso il 2,4% dei residenti, di cui lo 0,7% solo nel 2020. Se Milano e Bologna resistono, altre hanno visto decrescite importanti: gli italiani cercano sistemazione dove la qualità della vita è più alta

Addio grandi città. Il coronavirus sta cambiando la geografia degli italiani lungo tutto lo stivale: secondo i dati Istat rielaborati dal Sole24Ore, le città metropolitane stanno perdendo residenti in favore dei centri in riva al mare, sui laghi o nell’hinterland. Un fenomeno in corso da alcuni anni, ma che è stato incrementato dalla pandemia.

Nel 2020 infatti la popolazione delle 15 città metropolitane è scesa dello 0,7%, acuendo un trend in corso già dal 2015: in cinque anni i residenti sono diminuite del 2,4%. Attualmente circa il 16% della popolazione italiana vive nelle grandi città. 
Una situazione parzialmente a macchia di leopardo però, con Milano e Bologna che dal 2015 al 2020 (dati aggiornati a ottobre) hanno visto la popolazione residente crescere rispettivamente del 4,1% e del 2,3%.

Ci sono però città dove questo fenomeno è maggiormente evidente: a pagare il conto più salato è Catania, che ha perso il 6,4% della popolazione residente. Troviamo poi Firenze, che ha perso il 5,6%; Messina, che ha invece perso il 5,4%; e Reggio Calabria, che ha perso il 5,2% della popolazione residente.

E con le città che vanno spopolandosi, quest’anno purtroppo anche a causa dell’alto numero di decessi causati dal coronavirus, crescono gli abitanti nelle città di mare, sui laghi o nell’hinterland delle grandi città. Le ragioni di questi spostamenti sono nella ricerca di una migliore qualità della vita e la possibilità, forzata dalle misure di contenimento del coronavirus, di lavorare in smart working. Un fenomeno che, con la riorganizzazione di molte aziende per far fronte all’emergenze, potrebbe anche trasformarsi in una realtà stabile.

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