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Torino, denunciare la 'ndrangheta e finire rovinato, senza risarcimento dallo Stato | VIDEO

Mauro si è ritrovato senza saperlo o volerlo nelle mani della ’ndrangheta durante la costruzione di un complesso immobiliare a Rivoli (Torino). Ha denunciato, è arrivato un maxi blitz. Lui però, come ci racconta Luigi Pelazza, è rovinato e non ha ancora ricevuto nessuno risarcimento

Cosa fareste se scopriste di avere a che fare con un mafioso? Lo denuncereste o vi fareste i fatti vostri? Mauro ha deciso di denunciare, finendo però rovinato sul lavoro mentre aspetta da anni un risarcimento da parte dello Stato. Luigi Pelazza ci racconta la sua storia nel servizio che vedete qui sopra. Tutto inizia a Rivoli, vicino Torino. Nel 2009 Mauro con la sua società di ingegneria riceve l’incarico di realizzare un grande complesso immobiliare.

Spunta però la strana figura di Nicola “il riservista”. Il riservista è chi è incaricato di varianti in corso d’opera che spesso costano di più del progetto iniziale. A Mauro non risultano giustificate le varianti per due milioni di euro. Nicola prima lo minaccia: “Qua le cose per te si stanno male, prenditi 50mila euro (invece di 400mila, ndr) e vai fuori dai co…”. Poi con un complesso giro di contestazioni generiche e fax spediti in bianco e compilati solo successivamente, riesce di fatto a far rescindere il contratto mandando in rovina l’uomo, che si trova azienda e conti pignorati.

Mauro parla prima con gli uffici tecnici del Comune: “Attenzione, secondo me questi sono dei mafiosi”. Poi, dopo l’arresto di un “mediatore”, va dai carabinieri a denunciare il tutto. Mauro è rovinato, ma non può dire cosa è successo per non rovinare le indagini in corso. Il 1°luglio 2014 può vedere in televisione l’operazione che porta in carcere anche Nicola “il riservista”. Luigi Pelazza va anche a parlare con lui.

Mauro chiede di poter accedere ai fondi per chi ha subito un’estorsione e ha denunciato, cercando così di salvare la sua azienda. È l’ottobre del 2017, la risposta dello Stato è prevista entro 90 giorni. Da allora Mauro non ha più saputo nulla da oltre tre anni. Luigi Pelazza va a cercare risposte per lui. Dopo il nostro intervento arrivano: non risultano motivi sufficienti per risarcirlo. Mauro non si arrende nemmeno questa volta, anche se si dice: “Probabilmente se mi fossi girato dall’altra parte anziché denunciare la ’ndrangheta sarebbe stato meglio”.

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