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Mario Draghi accetta con riserva l'incarico di formare il governo: “Servono risposte all'altezza"

L’ex governatore della Banca centrale europea ha accettato con riserva l’incarico di formare il governo, sottolineando come “Grazie al presidente, è un momento difficile per la drammatica crisi che stiamo vivendo. Servono risposte all'altezza”. Adesso sta alle forze politiche decidere se sostenere Mario Draghi e raccogliere l’appello di Sergio Mattarella: la strada però sembra già in salita

"E' un momento difficile per le drammatiche crisi che stiamo vivendo: servono risposte all'altezza". Inizia così l’era di Mario Draghi a Palazzo Chigi. L’ex governatore della Banca centrale europea, l’uomo che ha salvato l’euro col suo iconico “Whatever it takes”, è chiamato a una missione che appare già improba: convincere un parlamento balcanizzato e litigioso ad accordargli la fiducia.

La strada in realtà sembra già in salita: nessun partito, a parte quella Italia Viva che ha fatto saltare il Conte bis e alcune formazioni minori, ha accolto con entusiasmo la scelta di Sergio Mattarella. A essere felici dell’arrivo di Draghi sembrano solo i mercati, con lo spread in picchiata e la Borsa di Milano che vola. "Sono fiducioso che dal dialogo con i partiti emergerà unità", ha però detto Mario Draghi.

Il Movimento 5 stelle per bocca dell’ormai infinito reggente Vito Crimi - ormai è più di un anno che guida pro tempore i grillini - ha già annunciato che per loro non ci sono margini per una fiducia a Draghi. Ma i gruppi parlamentari si dice siano divisi, e la riunione convocata per le 15 si annuncia incandescente. Il Pd mastica amarissimo: dopo aver giocato la partita su Conte al traino dei 5 stelle, ora si trova senza ruolo e vede lontanissima l’elezione del prossimo Capo dello stato. 

A destra invece la coalizione sembra scricchiolare: Forza Italia si è detta più che disponibile a valutare la figura di Mario Draghi, che fu lo stesso Berlusconi a chiamare a guidare Bankitalia nel 2005. Salvini e la Lega chiedono le elezioni, ma non chiudono la porta a un governo con un programma ben definito e con il voto in vista. Più rigida la posizione di Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni, che molto difficilmente appoggeranno Mario Draghi.

Ieri Mattarella ha registrato il fallimento dell’incarico esplorativo a Roberto Fico, il presidente della Camera che aveva il compito di ricucire la maggioranza del Conte bis. Un lavoro improbo, crollato sotto il peso di veti incrociati e lo strappo di Italia Viva certificato da un tweet di Matteo Renzi. “Serve un governo di alto profilo, mi appello a tutte le forze politiche presenti in Parlamento perché conferiscano la fiducia”. Basterà l’autorevolezza di Sergio Mattarella e Mario Draghi?

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