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Falcone e Borsellino, le stragi si sarebbero potute evitare con il Bomb Jammer? | VIDEO

Se il Bomb Jammer fosse stato messo sulle auto di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino si sarebbero potute evitare le stragi del 1992? Alessandro Politi ci parla di questa apparecchiatura di sicurezza che blocca l’azione dei telecomandi a distanza per gli esplosivi e che sarebbe stato già in uso in Italia in quegli anni e installata anche sulla macchina di Antonio Di Pietro? 

I magistrati antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e gli uomini delle loro scorte, uccisi nel 1992 in due attentati, si sarebbero potuti salvare? In particolare, entrambe le bombe sono state innescate con dei comandi a distanza: c’era uno strumento per evitare le stragi di Capaci e di via D’Amelio? Se lo chiede Alessandro Politi.

Ci concentriamo su un’apparecchiatura, il Bomb Jammer, che può disturbare le frequenze radio bloccando così anche i comandi a distanza degli ordigni. Ce ne parla parla un uomo che ha collaborato come consulente per le più importanti procure, proprio usando il Jammer per proteggere i magistrati. In Italia questa apparecchiatura è arrivata negli anni ’80: lui l’avrebbe avuta per protezione l’auto del pm di Mani Pulite Antonio Di Pietro. Per quelle di Falcone e Borsellino il consulente sarebbe stato bloccato dalla burocrazia.

Ne parliamo anche con Alfonso Sabella, che è stato sostituto procuratore a Palermo con Giancarlo Caselli e assessore alla legalità a Roma ai tempi di “Mafia Capitale”. Ai tempi di Falcone e Borsellino sapeva, dice, che c’era questa tecnologia, non che fosse disponibile: “Mi fa inc… moltissimo che non sia stata usata per Falcone e Borsellino, se c’era una macchina su cui quell’apparecchio andava montata era quella di Falcone e Borsellino”. “Nel 1992 feci un intervento chiedendo, urlando, perché non era stato fatto”, senza sapere ancora che quella tecnologia non solo esisteva, ma era disponibile.

“È gravissimo, è sconvolgente”. Gli diciamo chi è il consulente che ci ha parlato del Jammer: secondo Sabella, che ci ha lavorato, è assolutamente affidabile. Antonio Di Pietro invece preferisce non parlare dell’argomento al telefono. Riproviamo di persona, non la prende benissimo.

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