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Il futuro del Covid-19? “Diventerà un raffreddore da bambini”

A sostenere questa tesi è uno studio pubblicato su Science: secondo i ricercatori, quando la maggior parte della popolazione sarà stata vaccinata, il coronavirus diventerà molto simile a un raffreddore che colpirà più facilmente i bambini sotto i 5 anni. Per arrivare a questo punto, però, potrebbero volerci anni

Poco più che un raffreddore, che potrebbe colpire più facilmente i bambini sotto i 5 anni: è questo il futuro del coronavirus? A sostenere la tesi è uno studio pubblicato sulla rivista Science e ripreso dal prestigioso New York Times.

I ricercatori sostengono che oggi il Covid-19 sia così pericoloso anche perché del tutto sconosciuto al nostro sistema immunitario, ed è quindi in grado di sopraffarlo in determinate condizioni. Ma quando sempre più persone saranno entrare in contatto con il virus- tramite infezione o vaccinazione - questo non sarà più in grado di nuocere così tanto alle persone.

Questa evoluzione - sempre secondo questo studio - porterà il virus a diventare endemico, più simile a un raffreddore, che colpirà soprattutto i bambini al di sotto dei cinque anni. 

Per arrivare a questa conclusione i ricercatori, guidati da Jennie Lavine della Emory University di Atlanta, hanno analizzato i sei virus appartenenti alla famiglia dei coronavirus che già circolano tra gli esseri umani: di questi, quattro causano forme simili al raffreddore e si diffondono molto rapidamente; due invece - la Sars e la Mers - causano sintomi molto più gravi ma si diffondono con molta più difficoltà. Secondo loro il Covid-19 è più simile ai primi quattro, che solitamente infettano per la prima volta gli esseri umani tra il terzo e il quinto anno d’età: da quel momento il virus è capace di reinfettare più volte la persona, ma causando pochi o nessun sintomo.

L’idea dei ricercatori è che questo potrebbe essere il futuro anche del Covid-19. Una bella notizia, insomma, in un periodo costellato di paure e timori per una terzi ondata che sembra dietro l’angolo. Ma quanto ci vorrà perché questo avvenga?

Qui la risposta è più difficile: secondo i ricercatori se ci si affidasse all’immunità di gregge acquisita tramite infezione, ci vorrebbero vari anni scanditi da moltissime vittime. Il vaccino però cambia le carte in tavola, e se le campagne di somministrazione a livello globale procederanno speditamente questo tempo potrebbe ridursi a circa un anno. Bisogna ricordare infatti che - probabilmente - i vaccini appena sviluppati non proteggono dal contrarre il virus ma solamente dai sintomi: insomma, eviteranno a moltissime persone di morire ma non fermeranno la diffusione del virus, che probabilmente resterà con noi per sempre anche se ridotto a un semplice raffreddore o influenza.

Lo studio, ricorda il New York Times, presenta uno scenario che altri ricercatori definiscono “plausibile” ma non scontato. Ci sono infatti parecchie variabili che potrebbero cambiare il destino della pandemia, per esempio una mutazione del virus capace di ingannare il nostro sistema immunitario oppure una evoluzione verso una meno severa - ma comunque importante - forma simil influenzale che colpirebbe soprattutto d’inverno. 

A sostegno di questa tesi, invece, ci sarebbe l’esperienza di uno dei coronavirus che oggi causa un semplice raffreddore: secondo alcuni ricercatori la pandemia del 1889-90, la cosiddetta “influenza russa” che uccise circa un milione di persone nel mondo, fu causata dal virus OC-43. Grazie all’immunità acquisita dagli esseri umani tramite le infezioni, l’OC-43 si sarebbe evoluto in forma meno grave: oggi è considerato il responsabile di circa il 10% dei casi di raffreddore in tutto il mondo.

A ogni modo questo studio rimane una testimonianza dell’importanza cruciale della vaccinazione, e una speranza per un futuro prossimo meno complicato.

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