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Il Garante: al lavoro per far tornare a casa Carlo, grazie Iene

Da settimane ci occupiamo di Carlo Gilardi, il benefattore 90enne ricoverato in una rsa contro la sua volontà. “Sono certo che il Tribunale abbia agito per il bene del signor Carlo ma il risultato, purtroppo, è stato nefasto: Carlo è stato privato della sua libertà" dice il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, che lavora per farlo tornare a casa e ci ringrazia

“Sono certo che il Tribunale abbia agito per il bene del signor Carlo ma il risultato, purtroppo, è stato nefasto: Carlo è stato privato della sua libertà. Qualunque sia il problema non può essere questa la soluzione, c'è qualcosa in questa vicenda che deve essere chiarita e la volontà di Carlo rispettata”

A parlare è il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, organismo statale indipendente che ha il compito di controllare i luoghi di privazione della libertà, come carceri ed Rsa, su tutto il territorio italiano. 

Noi de Le Iene siamo da settimane in contatto con il Garante per la vicenda del signor Carlo, il 90enne benefattore di Airuno portato in una Rsa contro la sua volontà, di cui vi abbiamo raccontato con i servizi di Nina Palmieri (qui sopra trovate l'ultimo andato in onda).

“La storia di Carlo è paradigmatica di un meccanismo che oggi è accaduto a lui e domani potrebbe accadere a chiunque", dice il Garante spiegando che "storie così servono per capire se nel nostro ordinamento ci sono delle falle. Da parte nostra c'è tutto il rispetto delle decisioni del Giudice e non vogliamo parlare delle indagini per circonvenzione (cioè del processo a carico delle 7 persone che secondo l'accusa si sarebbero approfittate della generosità del signor Carlo, ndr) ma, andando al nocciolo della questione, le domande che ci poniamo sono: qual è stato il risultato? Cosa vuol dire la parola ‘tutela’ se poi per ‘tutelare’ qualcuno finiamo per fargli vivere un'esperienza per lui negativa?”.

Il Garante, che nelle scorse settimane ha incontrato e parlato con tutti i protagonisti della vicenda, dalla Giudice Marta Paganini all’Amministratrice Elena Barra, dal Sindaco di Airuno al Presidente del Tribunale di Lecco, fino allo stesso Carlo, ha le idee molto chiare: “Le decisioni finora prese, senz'altro in buona fede, hanno di fatto determinato un qualcosa che non è il bene della persona che si voleva tutelare. Perché fare il bene di una persona non vuol dire renderla astratta da qualunque contesto, privandola di ogni sua relazione”. E questo è esattamente quello che noi de Le Iene denunciamo dal primo servizio su questa storia. 

Anche perché Carlo, pur avendo 90 anni, sa bene cosa vuole fare della sua vita ed esprime la sua volontà con grande lucidità. “Quello che abbiamo visto, potendo incontrarlo di persona in Rsa", continua il Garante, "è un uomo che, seppur molto anziano, ha due principi molto chiari: uno ‘Di ciò che è mio (il denaro e le proprietà ad esempio) io voglio avere il diritto di liberarmene (donando a chi vuole)’ e due ‘Io voglio la mia libertà, voglio vivere nella mia casa di campagna con i miei animali'”.  

“Io voglio la mia libertà, che mi avete sottratto!”. È quello che Carlo dice, anzi, urla da sempre, fin da quando, ormai più di due mesi fa, è stato prelevato dalla sua casa. 

Carlo che, come vi abbiamo raccontato nei nostri servizi, non ha mai fatto del male a nessuno ed è colpevole solo di essere troppo generoso. Perché lui ha sempre vissuto per il prossimo, dando pochissima importanza ai beni materiali e scegliendo una vita semplice e povera fatta di poesia, spiritualità e natura.

“Ora, se intorno a questo contesto qualcuno si è davvero approfittato di lui sarà la Magistratura a stabilirlo", spiega il Garante. "Ma, al di là di questo e del fatto che l’Rsa dove si trova oggi sia molto bella e lui lì sia ben curato, il punto è che questo nocciolo di libertà è un valore di per sé e come tale deve essere difeso”. 

E la libertà e la volontà di Carlo non può essere messa in dubbio da nessuna perizia psichiatrica. Anche perché, come spiega il Garante “Il signor Gilardi a quanto ci risulta non è mai stato dichiarato incapace di intendere e volere, anche perché in quel caso avrebbe un tutore e non un amministratore di sostegno. Certo, un perito può dare una sua valutazione e non mettiamo in dubbio che la Ctu (l'ultima perizia psichiatrica richiesta dal Tribunale) possa aver trovato in lui qualche difficoltà, ma per arrivare a dichiarare incapace una persona non basta un solo parere. E, insomma, avendolo anche visto di persona, non ci sembra proprio che sia questo l'argomento in discussione”. 

E cosa si può fare allora per far sì che Carlo torni libero? “L'obbiettivo è risolvere la situazione in collaborazione con il Tribunale di Lecco" spiega il Garante che sta lavorando in questo senso e spera che possa al più presto prevalere il buonsenso per “uscire da questo incartamento”. Anche perché, se cosi non fosse, bisognerebbe ricorrere alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo con sede a Strasburgo.

“Comunque grazie Iene perché avete fatto un buon lavoro. Andate avanti” conclude il Garante. E su questo non c'è dubbio: perché noi non ci fermeremo finché Carlo non sarà tornato a casa. 

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