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Caso Genovese, consegnato in Questura il materiale relativo al servizio sulla tentata vendita delle immagini di quella notte | VIDEO

Dopo essere stati contattati dalla Squadra mobile, Stefano Corti ha consegnato alla Questura di Milano il materiale relativo al servizio sul tentativo di vendita delle immagini della notte che riguarderebbero il presunto stupro della prima ragazza che ha denunciato Alberto Genovese

Stefano Corti è appena uscito dalla Questura di Milano dopo aver consegnato il materiale relativo al servizio su Alberto Genovese andato in onda martedì scorso. “Siamo stati contattati dalla Squadra mobile che si sta occupando del caso”, dice la Iena fuori dalla Questura. “Ci hanno contattato dopo il servizio sul tentativo di vendita del materiale video del presunto stupro subito dalla prima ragazza che ha denunciato Genovese”.

Nell’ultima puntata vi abbiamo raccontato infatti della mail che abbiamo ricevuto in seguito al nostro primo servizio sull’imprenditore denunciato da alcune ragazze per violenza sessuale e ora in carcere. “Sono in possesso di diverse informazioni e immagini che riguardano il caso, nello specifico relativo alla notte tra il 10 e l’11 ottobre”, si legge nella mail proveniente da un indirizzo di posta elettronica criptato. In allegato venivano inviate due immagini che riguarderebbero la camera da letto di Genovese la notte in cui lui avrebbe violentato la ragazza che l’ha denunciato per prima. 

Abbiamo risposto fingendoci interessati e Stefano Corti ha incontrato queste persone. Ed è proprio il contenuto di questa conversazione e la mail ricevuta che abbiamo messo a completa disposizione dell’Autorità giudiziaria. “Noi ovviamente abbiamo collaborato, abbiamo consegnato il materiale che avevamo”, continua Stefano Corti. “Ora gli inquirenti cercheranno di capire chi sono queste persone e soprattutto dove hanno preso il materiale video che è secretato”.

Stefano Corti, come vi abbiamo raccontato nell’ultimo servizio, ha incontrato le persone che ci hanno contattato. “Non abbiamo chiamato solo te”, ha detto uno dei due interlocutori alla Iena. “Abbiamo mandato una mail a Le Iene, una mail a Giletti, una mail a Quarto Grado. Ci hanno risposto tutti. Non abbiamo dato poi il materiale a nessuno. Abbiamo le riprese della camera padronale che è la camera di Alberto, del soggiorno, della nascosta e degli ospiti”. Così abbiamo chiesto loro come facessero ad avere questo materiale, che, ricordiamo, è secretato. “Non ce l'ha mandato né la difesa né l’accusa, se è questo che pensavi”, ci ha risposto l’interlocutore. “Noi per capire davvero che cosa era successo quella sera ci abbiamo messo un bel po’. Nel senso che comunque devi mettere insieme tutte le camere”, ci ha detto uno dei due.   

E quando la Iena ha chiesto se fosse possibile avere qualcosa, la risposta è stata: “non facciamo niente per niente”. “E tu cosa vorresti per questa cosa qua?”, ha chiesto la Iena. “Allora, la nostra idea è ovviamente tirare fuori qualcosa da questa storia da metterci in tasca”, ha detto uno dei due interlocutori. “Noi vorremmo non sentire altre campane, per quello che siamo venuti da te”, ha aggiunto l’altra persona. “Ce li hanno già chiesti e non abbiamo risposto a nessuno”. “Vi hanno già proposto dei soldi?”, ha chiesto Corti. “Ci hanno già proposto dei soldi sì. Trentamila”. A Le Iene non abbiamo mai comprato nulla. Oltretutto si tratterebbe di oggetto di possibili reati. Ora gli inquirenti faranno i dovuti accertamenti. Vi terremo aggiornati. 

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