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Morte di Gianmarco Pozzi, due racconti esclusivi su debiti e giro di droga | VIDEO

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Due racconti esclusivi aprono nuovi scenari sul giro di droga tra l’isola e la terraferma e sui presunti debiti che, secondo queste versioni, sarebbero stato accumulati per questo da Vincenzo Pesce, nel cui locale Gianmarco Pozzi lavorava come buttafuori. Quarto appuntamento con l’inchiesta di Giulio Golia e Francesca Di Stefano sui misteri che circondano la morte di questo ragazzo, il 9 agosto scorso a 28 anni a Ponza

Quarto appuntamento con l’inchiesta di Giulio Golia e Francesca Di Stefano sui misteri che circondano il caso di Gianmarco Pozzi, ritrovato morto il 9 agosto scorso a 28 anni a Ponza in un’intercapedine tra un muro di contenimento di un campo e un’abitazione. Oggi potete vedere due nuovi racconti esclusivi su un presunto giro di droga tra Ponza e la terraferma che vi lasceranno senza parole.

Nel primo servizio ci siamo concentrati soprattutto sui motivi per cui la famiglia, che ha fatto indagini in proprio, non crede alla versione di una caduta accidentale dall’alto combinata a un’intossicazione da cocaina e pensa a un omicidio, forse maturato negli ambienti dello spaccio. Nel secondo servizio abbiamo incontrato due personaggi chiave, che ci raccontano due versioni contraddittorie tra loro su molti punti. Si tratta del compagno di stanza e “amico fraterno” Alessio e di Vincenzo Pesce, gestore del locale dove il kickboxer Gianmarco Pozzi lavorava come buttafuori. Nel terzo servizio, siamo tornati a parlare con Alessio, che ci ha dato una sua nuova lunga versione di quanto accaduto. Parliamo anche con un altro coinquilino a Ponza, Alessandro, l’ultimo che avrebbe visto vivo Gianmarco. Anche lui ci dà la sua versione.

Oggi partiamo dai debiti che avrebbe contratto Vincenzo dopo aver perso al gioco in Slovenia “una cifra folle”, come racconta. Per ripianarlo avrebbe ricominciato a spacciare dopo i suoi precedenti per questo. Accumulando però un altro debito. Avrebbe restituito man mano i soldi, non tutti però al momento della morte di Gianmarco.

Questo non sarebbe però il suo unico debito in ambienti particolari. Ce ne parla una persona che per motivi di sicurezza preferisce restare anonima. Avrebbe lavorato come corriere con la terraferma laziale e fornitori importanti per conto di Vincenzo Pesce, che rifornirebbe i piccoli spacciatori dell’isola. Sostiene che il pagamento sarebbe avvenuto man mano. Si parlerebbe di un totale di debiti di 25mila euro. La sorella di Gianmarco è convinta che il suo omicidio possa essere un avvertimento contro il debitore, Pesce, per cui il ragazzo lavorava.

C’è anche qualcuno che vuole parlare proprio con Martina dopo i nostri servizi. È un ragazzo che avrebbe fatto in passato il corriere per Pesce, che però non l’avrebbe pagato. Sarebbe invece stato intimidito da quattro addetti alla sicurezza romeni del locale di pesce. Pensa che una cosa del genere potrebbe essere successa a Gianmarco, dopo magari aver chiesto conto di  un mancato pagamento da parte di Pesce. Mentre la famiglia e il padre in lacrime chiedono a tutti un aiuto e altre testimonianze per arrivare più vicini alla verità.

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