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Green pass, in Italia si torna a scuola mentre Londra dice no alla certificazione: “Ci sono abbastanza vaccinati” | VIDEO

Quattro milioni di studenti tornano a scuola, a insegnanti e genitori è richiesto il Green pass per l’ingresso negli edifici scolastici. Mentre il sistema di controllo online sembra funzionare, l’Inghilterra rinuncia alla certificazione per l’alto numero di vaccinati. I dati però sono in chiaroscuro

Sono ricominciate oggi le lezioni per gli studenti di nove regioni in Italia. Quattro milioni di ragazze e ragazzi tornano a scuola, con il debutto della piattaforma online per verificare il Green pass del personale scolastico e dei genitori che accompagnano i figli. 

Il governo ha infatti stabilito l’obbligo di avere il Green pass per tutti gli insegnanti, il personale scolastico e anche per i genitori che accompagnano i figli all’interno delle strutture. Una scelta che nei giorni scorsi aveva suscitato le polemiche da parte della variegata galassia no vax e no pass, ma uno strumento importante per diminuire il rischio di focolai con la ripresa dell’attività scolastica.

Il controllo dei pass è stato affidato a una piattaforma online che, almeno in questa prima giornata, sembra proprio aver retto alla mole di certificati da verificare: “Eravamo tutti molto dubbiosi e devo dire che invece le notizie che abbiamo a Roma e in altre grandi città sono abbastanza positive. La piattaforma ha funzionato bene”, ha dichiarato Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma e del Lazio.

Ma mentre in Italia si torna a scuola e il governo estende l’obbligo del Green pass anche ai lavoratori pubblici, a quelli dei bar e del mondo dello sport, c’è chi sta percorrendo una strada opposta. Il governo di Londra ha infatti deciso di rinunciare all'idea d'introdurre il Green pass anti Covid in Inghilterra. Ad annunciarlo è stato il ministro della Sanità, Sajid Javid. "Sono lieto di poter dire che non andremo avanti su questa strada", ha detto il ministro. La ragione che spinge il governo a non procedere è semplice: la campagna vaccinale sta andando molto bene. Secondo i dati forniti dal ministro, l’81% della popolazione over 16 è già stata immunizzato con 2 dosi e il 90% con una.

Confrontando però i Paesi per percentuale di popolazione totalmente vaccinata (includendo anche le persone tra gli 0 e i 12 anni, per cui attualmente non sono disponibili vaccini), si vede come i dati del Regno Unito non siano significativamente migliori rispetto a quelli di altri paesi paragonabili per reddito e accesso ai vaccini.

Secondo i dati raccolti da OurWorldInData, il paese leader in Europa è il Portogallo con l’80,8% della popolazione vaccinata e il 6% in più che ha ricevuto solo una dose, raggiungendo così l’86,8% della popolazione parzialmente immunizzata. Il Regno Unito si ferma invece al 71%, secondo i dati forniti dallo stesso ministero della Salute, con il 64,5% che ricevuto entrambe le dosi del vaccino.

Meglio del Regno Unito hanno fatto finora anche la Spagna (79,4% con almeno una dose, 75% con due) e l’Irlanda (74,9% con almeno una dose, 70,6% con due). La Francia, dove il presidente Macron ha esteso molto l’utilizzo del Green pass proprio per incentivare la popolazione a vaccinarsi, il 73% della popolazione ha ricevuto almeno una dose e il 62,5% le ha ricevute entrambe. L’Italia invece registra il 72,5% della popolazione con almeno una dose e il 63,9% totalmente immunizzato. Peggio del Regno Unito hanno fatto invece Paesi come Germania, Giappone e Stati Uniti.

Insomma, sebbene i dati del Regno Unito siano incoraggianti, non sembrano tali da giustificare un così differente approccio all’uso del pass sanitario. Tanto che la Scozia, a differenza di Londra, ha comunque deciso di introdurre un blando passaporto vaccinale per gli eventi come concerti o l’ingresso in discoteca. Se la strategia giusta sia quella italiana o quella inglese saranno le prossime settimane a dirlo.

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