Ilva di Taranto, 22 e 20 anni per i fratelli Riva, condannato anche Vendola. Impianti confiscati per disastro ambientale | VIDEO
Condanne fino a 22 anni di carcere del processo Ambiente Svenduto. in primo grado 22 e 20 anni per gli ex proprietari, i fratelli Riva, 3 anni e mezzo per l’ex governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola. Da sempre Le Iene raccontano il dramma di chi vive attorno al sito siderurgico e di chi ha perso familiari a causa dell’inquinamento
“Finalmente posso respirare”. È il commento della piccola Melissa dopo le condanne in primo grado della Corte d’Assise di Taranto. È arrivata infatti una prima vittoria per le famiglie che vivono attorno alla ex Ilva.
Sono 47 gli imputati (44 persone e 3 società) nel processo Ambiente Svenduto sull'inquinamento ambientale prodotto dallo stabilimento siderurgico. Tra i condannati in primo grado a 22 e 20 anni di reclusione ci sono anche Fabio e Nicola Riva, ex proprietari e amministratori dell'Ilva. Dovevano rispondere di concorso in associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, all'avvelenamento di sostanze alimentari, all’omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro.
Tra i condannati di oggi c’è anche a 3 anni e mezzo, Nichi Vendola. L'ex presidente della Regione Puglia risponde di concussione aggravata in concorso perché avrebbe esercitato pressioni sull'allora direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, per far ammorbidire la posizione della stessa Agenzia nei confronti delle emissioni nocive prodotte dall'Ilva. Fra le misure disposte, c’è anche la confisca degli impianti per disastro ambientale.
I familiari delle vittime, i comitati cittadini e i residenti hanno atteso in presidio la lettura della sentenza. C’è anche l’associazione Tamburi Combattenti che aderisce al Comitato per la Salute e per l'Ambiente. “Nessuno ci ridarà indietro i nostri figli. Quella fabbrica andrà chiusa, smantellata e bonificata. Vogliamo una Taranto in cui crescere i nostri figli”, ha commentato una mamma.
Noi de Le Iene, con Nadia Toffa, abbiamo seguito in prima linea e da vicino nel corso degli anni le sorti degli abitanti di Taranto, costretti a convivere con le polveri e l’inquinamento prodotto dall’acciaieria. Proprio la nostra Nadia è stata nel quartiere i Tamburi, tra i più colpiti, dove a fare le spese dell’inquinamento sono anche i bambini.
“Vorremmo scappare di qua e non possiamo permettercelo. Io voglio veder crescere le mie figlie, voglio vederle sposate”, ha raccontato a Nadia la mamma di una bambina colpita da un sarcoma. Lì, la nostra Iena ha incontrato anche la piccola Gabriella, che le ha raccontato come dalle finestre di casa sua, dove era costretta a rimanere perché malata di leucemia, vedeva l’Ilva. Le abbiamo chiesto: cos’è l’Ilva? “Il fumo”.
La piccola ci ha raccontato della chemioterapia, di come ha perso i capelli e degli altri bambini incontrati in ospedale. “Siamo dieci più così”: con le mani ha fatto capire che i bambini erano 18. Tra questi c’era anche Rebecca, un’amica di Gabriela, che le mancava perché “in ospedale non c'è più”. “Ha finito, ora è a casa”, ci aveva detto la piccola. Ma Rebecca a casa non ci è mai tornata.
Guarda qui sotto tutti i servizi di Nadia Toffa sull’Ilva di Taranto.