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Referendum sulla cannabis e boom delle firme online: “Se rimuovi gli ostacoli, la gente partecipa” | VIDEO

In meno di tre giorni la raccolta firme per il referendum sulla cannabis ha superato quota 330mila adesioni. Un boom straordinario per la prima raccolta esclusivamente online: “Ce l’aspettavamo, altrimenti non l’avremmo mai proposto. Se rimuovi gli ostacoli, la gente partecipa”, dice a Iene.it Marco Perduca, presidente del comitato promotore del referendum

Ce l’aspettavamo questo boom, altrimenti non l’avremmo mai proposto”. A parlare a Iene.it è Marco Perduca, membro dell’Associazione Luca Coscioni e presidente del comitato promotore del referendum sulla cannabis legale. In tre giorni la raccolta firme ha superato quota 330mila adesioni, e continua a volare. Prima di parlare di questo, però, andiamo con ordine: il referendum in questione (potete approfondire il tema visitando il sito) propone di depenalizzare la coltivazione della cannabis, rimuovere le pene detentive per le condotte legate alla cannabis e cancellare la sanzione amministrativa del ritiro della patente. Il referendum è promosso dalle Associazioni Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Società della Ragione e Antigone. Alla proposta hanno preso parte anche rappresentanti dei partiti +Europa, Possibile e Radicali italiani.

“E’ un referendum importante per varie ragioni”, ci spiega Perduca. “Secondo gli studi del Centro europeo per le droghe e le dipendenze, in Italia sei milioni di persone abitualmente hanno a che fare con la cannabis. E’ un fenomeno culturale. Inoltre l’associazione Luca Coscioni, insieme a Forum Droghe e Antigone, da cinque anni partecipa alla pubblicazione del Libro Bianco dove si elaborano i dati su come il penale impatta sull’abitudine di consumare cannabis: in Italia ci sono 250mila procedimenti penali in corso per violazione della legge sulle droghe, di cui una buona metà si può ipotizzare siano per cannabis. Non è solo per migliorare la vita di chi è partecipe di questa cultura, senza ovviamente recare danno a sé o agli altri, ma anche aiutare l’amministrazione delle giustizia e il sovraffollamento delle carceri”.

E c’è anche altro: “Mandare un segnale all’Italia, che secondo i politici non è mai pronta a fare niente ma che quando può esprimersi è cinque se non dieci anni più avanti dei propri governanti. Non a caso nessuno dei grandi partiti sulla cannabis o sull’eutanasia ha detto ‘io ci sto da subito’“.

Inevitabilmente però l’attenzione in questo ore è concentrata anche sull’incredibile successo della raccolta firme online: “Ci credevamo fin da subito: abbiamo visto subito che si è attivata la sottoscrizione online quando è stata lanciata la firma digitale il 12 agosto, per il referendum sull’eutanasia legale. Lì montava su mesi di campagna straordinaria”, ci racconta Perduca. “La firma digitale, ricordiamolo, è frutto di una battaglia radicale di Mario Staderini avviata nel 2012 e che finalmente ha visto la luce quest’anno”.

“Noi abbiamo proposto di anticipare l’entrata in vigore della riforma - inizialmente prevista il 1 gennaio 2022, ndr - e noi ci assumiamo i costi di questa impresa perché a noi serve subito. Detto fatto, a Ferragosto ci sono arrivate 400mila richieste di firmare per il referendum sull’eutanasia legale”. Tornando alla cannabis, “sono ormai trent’anni che l’anti proibizionismo e soprattutto la cannabis negli ultimi anni è un tema maturo. Abbiamo organizzato la campagna come fosse una guerriglia nella giungla dei social e già dal primo giorno abbiamo visto che funzionava”.

In meno di tre giorni, nel momento in cui scriviamo, si sono già superate le 330mila firma. Mentre leggete questo articolo, è possibile che si sia già molto vicini all’obiettivo delle 500mila firme. “Questo dovrebbe farci fare uno studio sulla potenza degli influencer”, commenta Perduca. “Il primo che è arrivato è stato Saviano, da tempo vicino a questa battaglia. Adesso riceviamo tra le 120 e le 180 firme al minuto, abbiamo raggiunto picchi di oltre 10mila all’ora”.

“Gli influencer che hanno ricondiviso la campagna ci hanno portato moltissimi accessi al sito e hanno tenuta alta l’attenzione”, spiega Perduca. Ci sono ovviamente anche alcune questioni logistiche ed economiche da tenere in considerazione: “Più o meno uno su cinque di quelli che firmano, donano. A noi ogni firma costa 1,5€ Iva inclusa. Noi ci siamo assunti anche questa responsabilità economica perché abbiamo creduto fin dall’inizio nell’organizzare una struttura capace di garantire ai cittadini di godere dei loro diritti civili e politici”, e per cui il comitato sta raccogliendo donazioni.

Non solo un successo politico, ma anche un evento storico: “E’ la prima volta nella storia che si raccolgono firme solo online per un referendum. L’Italia è stata la prima, e si è visto che quando tu rimuovi gli ostacoli alla partecipazione la gente la politica la fa volentieri. Sono tanti gli italiani che hanno voglia di fare la differenza”. Non tutte le questioni burocratiche sono però ancora state rimosse, e i promotori sperano di ottenere la proroga di un mese alla raccolta firme già concessa per altre simili iniziative a causa della pandemia.

Noi de Le Iene ci siamo occupati più volte del tema della cannabis, e con il nostro Silvio Schembri vi abbiamo parlato della cannabis per uso terapeutico. Nel nostro paese è legale, basta la prescrizione medica per poterla acquistare in farmacia. Sono molti i malati che hanno un beneficio da questa cura, eppure sembra esserci un grande problema: "È molto difficile trovarla”. Potete rivedere il servizio nel video in testa a questo articolo.

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