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Yulin, il Festival e la vendita di carne di cane: “Le cose migliorano, ma gli animali coinvolti sono sempre troppi” | VIDEO

Il giorno del solstizio d’estate è ripartito come ogni anno il festival di Yulin,  una sanguinaria manifestazione durante la quale i cani vengono uccisi e mangiati. “C’è uno spiraglio in fondo al tunnel, ma gli animali sono sempre troppi”, ci racconta Davide Acito, attivista di Action Project Animal che da anni si batte contro tutto questo

“C’è uno spiraglio in fondo al tunnel, ma gli animali sono sempre troppi: i cani continuano a essere uccisi per strada”. Il “festival” di Yulin, se così si può chiamare, è di nuovo iniziato: una sanguinaria manifestazione durante la quale i cani vengono uccisi e mangiati dalla popolazione. Davide Acito, attivista di Action Project Animal, anche quest’anno si è attivato per cercare di salvare quanti più cani possibili. Un tema che da tempo noi de Le Iene seguiamo, come potete vedere nell'intervista dello scorso anno qui sopra e nel servizio su Yulin.

“Nelle settimane del Festival ne vengono uccisi meno paradossalmente, perché c’è molta attenzione alle regole”, ci spiega Acito. “Quando i riflettori non sono più puntati su Yulin, la situazione torna come prima. Anche perché l’attenzione si concentra sul Festival - che in realtà è la festa del solstizio d’estate - ma il problema del commercio della carne di cane è nazionale e dura tutto l’anno”. Si stima siano circa 30 milioni i cani macellati in Cina, Corea, Vietnam, Cambogia, Laos e in alcune zone indiane e thailandesi.

La Cina negli ultimi tempi ha preso provvedimenti per cercare di limitare il consumo di carne di cane e le crudeltà a esso connesse. Shenzhen e Zhuhai, grandi città del sud est del paese, hanno emesso un decreto vincolante che prevede pesanti sanzioni per chi dal 1 maggio 2020 traffica o consuma carne di cane o di gatto. Il ministero dell'Agricoltura e delle Attività Rurali in una nota li definisce “amici dell'uomo”. E una seconda nota del governo, diramata a maggio di quest'anno, ne vieta l'uso nei laboratori per scopi scientifici.

C’è però ancora molta strada da fare: “Gli animali coinvolti sono sempre troppi”, continua Davide Acito. Anche se qualche spiraglio sembra esserci: “C’è stata una diminuzione del numero di animali coinvolti, in parte anche per la pandemia e e l’origine presupposta del virus dai wet market”. E sembra che anche la sensibilità tra i giovani stia aumentando: “C’è un cambio generazionale, i giovani sono molto più sensibili al tema”, ci racconta Acito. “Questo è ancora più importante delle azioni diplomatiche e delle proteste: l’arma più potente è il cambio di generazione, più coscienziosa e vicina ai diritti degli animali. I giovani vogliono essere più vicini al resto del mondo su questo tema”.

“Tutto questo sta portando a una diminuzione del dog meet trade, perché cala la domanda”, continua Acito. “Ci sono state anche osservazioni da parte delle istituzioni cinesi, che rendono ancora più complesso il lavoro del mercato della carne di cane. E infine c’è stato un boom delle cliniche veterinarie, vuol dire che sempre più persone si stanno avvicinando a un rapporto tra uomo e animale diverso. E tutto questo sta portando a una diminuzione del commercio di carne di cane, perché cala la domanda”.

Le azioni di Action Project Animal, comunque, non si fermano: “Abbiamo organizzato un flash mob pacifico davanti all’ambasciata cinese a Roma, abbiamo inviato il console a portare una lettera/petizione alle istituzioni”, ci racconta Acito. “Ho ricordato tutto quello che abbiamo visto, parlato di sicurezza alimentare. Nessuno però è venuto fuori per avere un confronto pacifico con noi. In Cina devono sapere che noi non condividiamo nulla di tutto questo e che gli animali devono essere rispettati”.

A Yulin, invece, “abbiamo dovuto operare in background per le limitazioni dovute al Covid, ma anche quest’anno abbiamo salvato dei cani. Purtroppo però erano tutti affetti da cimurro, una malattia che abbiamo trovato spesso all’interno dei mercati umidi di cani: c’è il rischio che le persone mangino carne infetta”. Un tema altamente sensibile, ancora di più dopo lo scoppio della pandemia che sembra essersi originata da un wet market, un mercato di animali vivi, a Wuhan.

Queste missioni però hanno dei costi, per questo chiunque voglia aiutare questi cani può farlo cliccando qui.

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