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Ismaele La Vardera è andato a Casteldaccia (Palermo), dove per l'alluvione sabato sono morte nove persone, tra cui 3 minori, che erano in una delle tante case abusive della zona

Sabato scorso, dopo il terribile maltempo, il fiume Milicia, a Casteldaccia, si ingrossa, esce dagli argini e spazza via una villetta dove c’erano due famiglie. Tutti, tranne una persona, muoiono in questa strage che poteva essere evitata. Perdono la vita anche dei minorenni: Rachele, di solo un anno, Francesco di 3 anni e Federico, di 15 anni. 

Ismaele La Vardera è andato a parlare con il sindaco del paese confinante, che già da tempo denuncia la situazione in cui si trovano tante case abusive che si trovano in quella valle. “Sono realizzate su basi di cemento e poi con dei pannelli prefabbricati”, ci spiega. Tutto questo in una zona a forte rischio idrogeologico, vicino a un fiume e dichiarata non edificabile

Nonostante un’ingiunzione del 2008 a demolire le case, confermata dal Tar nel 2011, i sindaci di Casteldaccia che si sono succeduti negli anni non hanno fatto niente. La Iena è andata a parlare con l’attuale sindaco Giovanni Di Giacinto. “Non abbiamo le risorse, siamo in dissesto finanziario”, ci dice. 

La Vardera è anche andato a parlare anche con i proprietari della casa della strage (ai quali è stato vietato di andare ai funerali delle vittime) per chiedere loro come mai hanno affittato alle vittime una casa abusiva. 

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