Il Vaticano ha richiesto il 50% degli incassi dei biglietti sulle Catacombe di San Gennaro. Le Catacombe di Napoli risalgono al sesto secolo avanti Cristo e sono interamente gestite da un gruppo di volontari, la cooperativa La Paranza, del quartiere Sanità.
La Pontificia commissione dell'archeologia sacra, cioè il dicastero del Vaticano che possiede tutte le catacombe d'Italia, in vista della scadenza della convenzione con la cooperativa ha richiesto gli la metà degli incassi. E cioè 325.000 euro l’anno dell’entrata di 650.000. Ma solo di personale la cooperativa ne spende quasi 300.000 euro l’anno!
Già, perché la cooperativa è riuscita a fare un lavoro straordinario. In 12 anni sono riusciti a portare i visitatori da 8.000 a 104.000 l’anno. Hanno abbattuto le barriere architettoniche, costruito l’impianto d'illuminazione, reso visitabile un'intera area che prima non si vedeva.
E hanno potuto assumere 34 dipendenti, molti dei quali del quartiere Sanità e con un passato di rapine e carcere. “Oggi ho una famiglia e un bambino, lavoro alle Catacombe, non ci penso più a quella vita”, ha detto a Giulio Golia uno di loro. Ed è l’intero quartiere a beneficiare dell’afflusso di turisti, tanto che i negozi oggi sono tappezzati di cartelli che chiedono di “salvare le Catacombe”. Con tanto di appello al Papa.
Giulio Golia è andato a chiedere direttamente al monsignor Iacobone, a capo della Pontificia commissione dell’archeologia sacra, cosa intenda fare. E si è trovato davanti la polizia.