“Alle 6 di mattina vennero i carabinieri a dirmi che ero uno stupratore”. Inizia così il racconto di Ciro che a 15 anni è stato arrestato per aver picchiato e stuprato una sua coetanea. La stessa sorte è toccata a un suo amico, Alessandro.
Tutto è partito dalle bugie di una ragazza: dopo aver passato un’adolescenza tra tribunali, carcere e comunità minorili Ciro e Alessandro sono stati assolti. Perché la ragazza si è inventata tutto? Lo racconta lei stessa, per la prima volta, a Veronica Ruggeri.
Lei e Ciro si erano conosciuti anni prima e lasciati dopo quattro mesi. Lei non l’accetta e vuole fargliela pagare, a lui e pure a un suo amico. Così li denuncia per qualcosa che non hanno mai commesso.
“Sentivo tanto male perché sentivo il sangue”, dice in Tribunale la ragazza ricostruendo quel rapporto sessuale che aveva tutti i contorni della violenza. Secondo il suo racconto, dopo Ciro, avrebbe abusato di lei anche il cugino. Anche altri otto amici dei due cugini vengono tirati dentro in quel vortice. La ragazza dice di avere le prove dello stalking: messaggi che il gruppo le ha mandato sul telefono: “Muori, zoccola. Hanno fatto bene a sfruttarti e a violentarti, tipe come te devono morire bruciate”.
La perizia sul telefono della ragazza viene fatta solo in un secondo tempo, quando si scopre che lei aveva fatto ricerche per falsificare chat, messaggi e telefonate. Così vengono acquisiti i tabulati degli otto ragazzi e scoprono di non aver avuto mai rapporti. Per avere queste informazioni però passa un anno e mezzo passato in carcere da Ciro. Tutti vengono scagionati e a lei viene riscontrato un disturbo di personalità.
Qui potete vedere il suo racconto in lacrime.