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Il braccio di ferro tra Luca Sanpietro e Pino Rinaldi, raccontato da Giulio Golia, ci porta a Fiumicino, in provincia di Roma. Il primo si è visto "scippare" il cantiere dal suo vicino

Si è visto “scippare” il cantiere navale dal suo vicino, così ora non può più tornare nella sua proprietà a lavorare. Il paradossale braccio di ferro tra Luca Sanpietro e Pino Rinaldi ci porta a Fiumicino, in provincia di Roma.

Tutto ha inizio nel 2015, quando Luca deve dare in gestione il suo cantiere per una malattia. In poco si ritrova con più di 100mila euro di debiti. Così non gli resta che vendere, l’unico interessato è Pino Rinaldi: il suo vicino.

“Lui pretendeva che prima io dovevo pagare i debiti, poi lui mi avrebbe dato i soldi per l’acquisto”, racconta Luca al nostro Giulio Golia. La vendita a Rinaldi viene annullata, ma lui non la prende proprio bene. “Mi ha occupato il cantiere con dieci operai minacciandomi di liberare il cantiere perché era suo”, spiega Sanpietro. Neanche le forze dell’ordine risolvono la questione e di tutta risposta l’occupante gli oscura le insegne e avvia la sua attività come se l’avesse comprata.

Così Giulio Golia è andato a incontrarlo, ma non è stato molto felice di vederlo. Dopo avergli chiuso un braccio nella portiera dell’auto gli ha detto che lui può entrare quando vuole, "basta che mi fa una domanda scritta tramite il suo avvocato”.

La pace tra i due litiganti pare ancora lontana, il 29 gennaio si pronuncerà un giudice.

 

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