Due anni e mezzo fa con Matteo Viviani abbiamo conosciuto Max, una vera forza della natura: colpito dal morbo di Parkinson da quando aveva 17 anni. Ci ha raccontato come man mano il corpo non risponde più ai tuoi comandi con la malattia e “più cerchi non tremare, più tremi”.
Nonostante questo, incurante dei dolori, dopo aver perso il lavoro, se ne era inventato un altro. Si alzava prima dell’alba e andava a pescare con la sua barchetta sul lago di Como. “La vita va vissuta in ogni caso: mai mollare”, diceva anche se era costretto a camminare meccanico come un robot, riuscendo a dormire al massimo due ore come ci raccontava la moglie Maria.
Due anni e mezzo fa, a 45 anni, ha affrontato “l’intervento della vita”, al cervello. L’operazione è riuscita: per la prima volta rieuciva a tenere le mani ferme. "Prima ogni pisciata era una sega”, ride. Voi lo avete voluto aiutare ancora di più: con le vostre donazioni gli avete comprato un salparete, per tirare su le reti da pesca senza fare una fatica troppo grane per lui.
Purtroppo però i sogni a volte non si avverano. Quando lo incontriamo di nuovo, Max ci racconta che gli elettrodi che gli hanno impiantato nel cervello hanno fatto infezione: una sfortuna pazzesca che succede in un caso su 35mila. Per un anno e mezzo gli hanno “spento” gli elettrodi ed è tornato all’inferno. Ora li hanno “riaccesi”. “Stavo meglio prima dell’operazione”, racconta.
Non riesce più a lavorare e soprattutto la moglie l’ha lasciato: Max l’invincibile è caduto in depressione. Barca, il salparete e la pescheria? Tutto venduto. “Prossima vita”, dice amareggiato a Matteo Viviani.
Max è amareggiato soprattutto con Maria che l'ha lasciato, Matteo Viviani va da lei cercando di capire come vanno le cose anche economicamente in una separazione burrascosa. Compresa la vendita del salparete che gli avete donato. Lei reagisce male.
Il problema vero? La profonda depressione di Max, provocata anche dalla fine della storia della moglie. Max, a 48 anni, aspetta ormai solo la morte. Matteo Viviani lo riporta sul lago, lo vuole riportare in barca, vuole che oltre a uno psichiatra incontri anche uno psicologo (qualcuno si offre per seguirlo?). Max tentenna in lacrime, ma poi accetta la fida di ripartire: “Dai, ci proviamo”.