“Meglio tra amici che tra i nemici”. E soprattutto: “Conoscevo anche gli altri quattro commissari che mi hanno esaminato”.
Le risposte del premier Giuseppe Conte ad Antonino Monteleone aprono nuovi sviluppi del caso sollevato dall’inchiesta di Repubblica sul concorso che nel 2002 l’ha fatto diventare professore ordinario, il gradino più alto nella carriera universitaria.
Uno dei commissari di quell’esame era il suo maestro e amico Guido Alpa, uno dei maggiori giuristi italiani, con cui ha collaborato in precedenza.
“Meglio tra amici che tra i nemici”, scherza a proposito di quel concorso il giurista Conte, che si è proclamato, ricevendo il mandato di presidente del Consiglio, “avvocato difensore del popolo italiano” e che si dimostra anche ottimo avvocato di se stesso.
Parla di una collaborazione “a titolo gratuito” con Alpa del 1998-99 e della difesa, sempre assieme a lui, nel 2002 dell’Autorità garante della privacy, che però li ha “pagati separatamente”.
“Guardi che io conoscevo anche gli altri quattro professori che mi hanno esaminato”, prosegue il premier, docente ordinario di diritto privato da quel concorso del 2002. “Se uno fa ricerca per anni è impossibile non incontrarsi ai convegni, non scrivere anche delle cose insieme”.
Anche per un abile difensore come Conte però c’è uno scoglio particolarmente duro, scritto a chiare lettere nel suo famoso curriculum, che tanti problemi gli ha dato: “Dal 2002 ha aperto con il prof. avv. Guido Alpa un nuovo studio legale dedicandosi al diritto civile, al diritto societario e fallimentare”
Il nodo è sempre quello stabilito dal Consiglio di Stato: un’eventuale collaborazione, anche non formalizzata, con degli interessi economici comuni farebbe scattare l’incompatibilità di Alpa come esaminatore di Conte.
Antonino Monteleone ha indagato sul famoso studio legale, su due piani ma con un unico numero di telefono, ha incontrato Alpa. Resta la domanda a Conte: “Ma se non avete aperto uno studio legale, allora lei nel curriculum ha scritto una cazzata?”.